i3y in Costantinopoli di varie nazioni, e de’sudditi di vostra serenità, ed anco Turchi, per toccar danari al servizio delle galere, facilmente suppliscono al bisogno delle medesime. Ma 1’ anno presente il serenissimo Gran-Signore avendo avuto relazione, che la gravezza del mandare aspri mille cinquecento in cambio d’un uomo ritorna a grave danno de’sudditi, ha mandato comandamento che li casali e le città mandino soli aspri mille in cambio d’un uomo. Il qual ordine è stato accettato dalli popoli con molto contento e con molto onore del nome di Achmet-pascià, come di quello che era detto aver ricordata e consigliata questa provvisione a sua maestà. Gli aspri cinquecento poi che sono mandali per cadaun uomo, sono dati a 11 i tejterdar, li quali hanno carico con li detti danari di far la provvisione di biscotto, a ragione di un cantaro ed un oliavo per mesi tre per cadaun uomo, e ili dar anco la paga a Ili predetti galeotti e scapoli; la qual paga, per ordinario, è d’aspri tre al giorno al galeotto, e di quattro allo scapolo, essendo cristiano, ed essendo turco cinque. Ma perchè a questi è dato il biscotto e cibo per loro conto, è stato ridotto con molto vantaggio del caznà che la paga del galeotto cristiano sia d’aspri cento ses-santacinque, per mesi tre in contanti, dello scapolo cristiano di dugenlo quaranta , e dello scapolo turco di trecento sei: e la prima paga si dà per tre mesi, principiando il giorno del partire da Costantinopoli, e cosi successivamente di Ire in tre mesi. Ricorre però rare volte che la seconda paga si dia se non al disarmare, perchè non è solito che sua maestà lenga fuo-ra l’armata più di mesi tre, se non per alcuna grande