i(J5 non potesse mandar esercito alle sue bande; il che disse che era causa, per sua opinione, eli’esso serenissimo re dei Romani non avesse mandato altrimenti ambasciato-re, ma che si accorgerebbe d’avere errato, e forse in tempo che non vi sarebbe rimedio. E però si giudica che il pascià della Bosnia, il quale non ha penetrato nella Transilvania, siccome era il primo ordine di sua maestà, si sia ritenuto per essere quella occupata nella guerra contro il Sofi, non volendo dar occasione all’imperatore e al re suo fratello di unir le forze, e forse far anco progresso nelli suoi confini: ma si tien certo che libera sua maestà dalla guerra contro il Sofi, ovvero con la vittoria, ovvero con la pace, debba mandar tutte le forze sue contra quelle bande. Con altri principi cristiani, non li conoscendo, non tiene nè amicizia, nè inimicizia. È vero che se alcuno ha richiesto di poter mandare alla sua Porta per trattare alcuna cosa, è stato ammesso, siccome è occorso al signor duca di Ferrara, il quale avendo richiesto per mezzo del re di Francia di voler mandare un’uomo alT eccelsa Porta per trattare circa l’appalto delle spezie, sua maestà diede comandamento che lo potesse mandare; ma non però è andato alcuno per gli accidenti, come si crede, che sono occorsi dappoi, ed anco dubito che andando non debba ottenere alcuna cosa, se non con gran fatica, e facendo intendere il danno che ne sia per seguire al caznà di sua maestà, e l’incomodità dei suoi sudditi, con quella informazione che ha mandato vostra serenità, la quale ho lasciata al clarissimo mio successore, ed anco mandatane copia al clarissimo consolo nella Siria, come da lei mi fu commesso. Con li principi infedeli non tiene inimicizia, ec-