129 sua maestà per la principal forza e, come si dice, per il nervo di tutto l'esercito, e particolar guardia della sua persona. Di quesli giannizzeri vi è un capo principale, il quale si chiama Vagà delli giannizzeri, con paga d’aspri cinquecento al giorno, e di timaro da trenta mila all’anno. E uomo di grande autorità, e molto stimato sia per il grado, sia perchè comanda ad una banda di gente alla quale insieme, ed a cadauno in particolare, è avuto un grandissimo rispetto non solo da’Cristiani, ma dalli medesimi Turchi. Ed invero sono di tale autorità, che sarebbero sufficienti in tempo della morte del Gran-Signore a dare T imperio a qual delli figliuoli di sua maestà lor piacesse, e non solo dopo la morte, ma anco in vita di quello, siccome intervenne a sullan Bajazet, avo del presente imperatore, il quale, essendo stato sultano Selim suo figliuolo salutato come imperatore dalli giannizzeri, fu sforzato di abbandonare il governo dell’impero e lasciarlo al detto suo figliuolo. Sono tutti questi giannizzeri stati figliuoli di cristiani nel paese di sua maestà, e tolti d’ordine di quella dalli padri e madri non d’età di sei o sette anni, come prima solevasi, ma di dieci e di dodici ad elezione di quelli che sono mandati per tale effetto. Li quali posli di subito, con nome d’azam-oglani, all’obbedienza d’un capo, detto Y agà delli azam-oglani, essendo stali tolti prima alcuni per il bisogno delli serragli del serenissimo ^ran-Signore, ed anco del proprio dove sua maestà abita, sono distribuiti da esso capo, parte in Costantinopoli ed ahre città al servizio d’artigiani, e parte nel paese al servizio dei contadini Turchi, acciocché imparino la lingua e l’arte,e si assuefacciano ad ogni sorte di fatica. Voi. in. 9