357 che la chiedono , ma con così bell’ ordine , che poche fiate vi si vede seguire confusione. Ivi stanno li dragomanni del pascià, che sono sei, i quali quando vedono che il pascià maggiore è occupato, non lasciano che alcuno v’entri fino che non è spedito chi negozia. Vicino a questa stanza , anzi contigua , vi stanno li segretarj, acciocché, deliberate le faccende, possano essere subito spedite. In questo medesimo luogo, donde poi si entra dal Gran-Signore, vi è il caznà, che noi chiamiamo tesoro, le chiavi del quale stanno del continuo nelle mani del primo pascià, e si apre sempre il giorno del divano, e serrato si bolla col sigillo del Gran-Signore, e questo officio di aprire e di serrare lo fà il caznadar-bascì, che noi chiamiamo tesoriere maggiore. Noi lo vedemmo aperto; dal quale cavarono grande quantità della lor moneta, in sacchi di cuojo, per la paga dei giannizzeri. In questo, per quanto si ragiona, vi è gran quantità d’oro e d’argento monetato, e di pietre preziose, e di lavori d’oro e d’argento e gioiellati, come spade, coltelli guarniti ed altro. Ma quello che è peggio, ho inteso (con tutto che sia cosa segretissima) che vi è gran quantità d’oro in mattoni lasciata dagli imperatori passati. Nel luogo dove fanno consiglio , mangiammo con tutti li pascià , e li nostri gentiluomini con il resto della famiglia mangiarono setto uno di que’porticati all’usanza de’Turchi, sì nel sedere, come nelle vivande. Finito il desinare, fu per Mehemet primo pascià fatto sapere al Gran-Signore la nostra andata; il quale essendo all’ordine, accettò prima tutti li pascià, e noi nell’andare passammo in un altro cortile selciato di bellissime pietre martorine, con altre tante vaghissime colonne; alla porta del quale trovammo, oltre la guardia di alcuni gentiluomini prin-