cato, abbia ad esser disposto alla soddisfazione sua. Circa l’altra parte, nel ragionare cbe io ho fatto più volte con sua signoria, ha dimostrato opinione e desiderio che la serenità vostra, più di quello che è, si ristringa con il Signor Turco, pretendendo però trovare in quesla opinione sua il beneficio di quella con un fondamento il quale non sussiste; cioè, ch’ella sia necessitata nell’amicizia e proceder suo preferire uno delli due, o Cesare o il Signor Turco, volendo dimostrare che per lei più faccia preferire il Signor Turco. Ed avendo io più fiate con sua signoria di tal cosa ragionato, cercando dimostrare l’inconvenienza di questo, e quanto detrimento da ciò verria alla serenità vostra, se ella mancasse di procedere con la riserva e rispeLti ch’ella fa, sua signoria parte non voleva ammettere le mie ragioni, le quali però non avevano risposta, parte faceva dimostrazione di sentire come cosa nuova che la intenzione e volontà di vostra serenità fosse di procedere con tanta riserva; ma mi disse però 1’ ultima fiata che fui a visitarlo, come ho scritto, ch’egli non mancheria di far con quelli di là buon ufficio, sebbene egli parlava con noi in questo modo. E perchè la detta opinione, se in detta sua signoria avesse a continuare, non mi pareva a proposito per la serenità vostra, e desiderava parlargli in quel modo che fosse più fruttuoso, per poterlo ben fare andai considerando qual causa potesse indurre sua signoria ad aver la sopradetta opinione: se per il beneficio della serenità vostra, non mi pareva cosa ragionevole il crederlo pel buon ingegno che ha ; se per il beneficio del »Signor Turco, non vedo perchè lui dovesse andar più lavanti col discorso di quello che facciano lo stesso Ibra-him e gli altri pascià; se veramente il proprio beneficio