AVVERTIMENTO La presente Relazione, copia della quale dobbiamo alla gentilezza del eh. Cnv. Luigi Cibrnrio, sta segnata nell’Archivio Reale rii [Fòrino sotto questa indicazione •— Relazione di ni. Antonio Venterò eletto bailo a Costantinopoli per la repubblica di Venezia a dì 14 di marzo 1537 — Ma è indicazione erronea non solo nel nome dell’ambasciatore, ma anche nella data della Relazione, come è facile rilevare da varj luoghi della medesima, dai quali a jipare che essa fu scritta nel 1579, anno della morte di Meliemet gran-visir, e del ritorno di Mustafà dall’esercito di Persia, fatti ivi allegati come pur allora accaduti. Cbe un Antonio Veniero fosse a quel tempo ambasciatore o bailo in Costantinopoli non trovo memoria; bensì trovo che nel 1 Sy5, nell’assunzione di Arnurat 111 al trono, furono mandati Giacomo Soranzo ambasciatore e Giovanni Corraro bailo successore a Antonio Tiepolo, che in quella occasione se ne tornò. Trovo altresì il Soranzo tornato in patria nel 1678; mentre da un passo del Morosini (Lib. 12) vedo il Corraro tuttavia bailo nel 1577. E sebbene lo stesso Corraro fosse nel i58o mandato ambasciatore a Roma, posso pur credere che l’anno innanzi fosseancora in Costantinopoli, e indurre quindi che la presente Relazione sia sua, tanto più che i baili solevano tenere lungamente quel carico, e ch’io non trovo indizio e non posso argomentare che dal 1577 al 1579 un’ altro fosse andato, stato e ritornato bailo da quella città. Che se dalla mancanza delle usate forme di riverenza verso le persone dei senatori e del doge , paresse a taluno di poter muovere dubbio se questa sia veramente la Relazione diplomatica del Corraro, sarà forza (ci sembra) convenire che sia almeno del secretario di lui, o d’altro notevole personaggio del suo seguito, leggendosi verso il fine che lo scrittore fu alle udienze solenni del Gran-Signore. Del resto è amenissimo ed istruttivo racconto; e quanto noi siamo obbligati alla gentilezza dell’egregio Cav. Cibrario di avercene procurata copia, speriamo che altrettanto ci saranno grati i nostri lettori della pubblicazione che ne facciamo.