/)22 avendo nella Valacchia, e Moldavia assai miniere di ferro, con che possono farne tanta quantità di quanta hanno bisogno; ed in sei mesi che io sono stato in Costantinopoli, ne hanno fatti più di sessanta mila lunghi, e di gran palla, come li barbareschi, cosa veramente tremenda; ed hanno dato principio a farne in tanta quantità dopo la rotta dell’armata, che è uno stupore, essendo ben ciliari del servigio degli archi e delle Treccie. Vi sono però pochi che siano atti in adoperare tali archibugi, poiché per il passato sempre si sono esercitati negli archi; ma con il tempo, e l’esercizio si faranno medesimamente pratici di tali istrumenti, si come anco si fanno valenti nell’adoperare le artiglierie. Di polvere ne hanno infinità in Barberia, e la tengono ordinariamente alle Selle Torri, dove il volgo crede che si tenga il tesoro. Le artiglierie si tengono ordinariamente in due luoghi chesi chiamano topàna, uno in Pera, dove si fanno e conservano quelle da mare, l’altro in Costantinopoli per gli eserciti. Le armi pubbliche non sono molle, e sono conservate nella chiesa di San Cristoforo, che è nel Serraglio-nuovo del Gran Signore, della quale si servono per sala d’arme. Gli arsenali sono quattro principali: uno in Pera, l’altro in Gallipoli, il terzo al Suez, ed il quartoa Bassura. Quello di Pera è di cento trentatrè vòlte, le quali tutte, dalla parte di terra, sono serrale con un magazzino per una, dove si tengono tutte le cose necessarie per la galera di quella vòlta, ed in dieci di esse vòlte, che sono tutte serrate, si tengono i legnami, ferramenti, ed altre cose necessarie per lavorare. L’arsenale di Gallipoli è di venli vòlte, quello di Suez è di venticinque, che tante solevano essere le galere del mar Rosso; \