j o 4 conosciuto dalle signorie vostre illustrissime per essersi adoperato in diversi tempi in molte cose importanti. Di messer Francesco mi son servito poco, non perchè io non creda eh’egli avesse potuto far l’officio suo assai bene, sapendo ed intendendo la lingua, ma perchè era molto nuovo in quel maneggio, e mi pareva di una ila-tura un poco veemente, e contenziosa, e non atto a riuscir coi Turchi a beneficio di vostra serenità. Però mi risolvetti in Gianesino, dal‘quale invero ho avuto uffizio tale, che più diligente non potevo desiderare. Egli tutti i quattro dì della settimana che c’è divano, dalla mattina fino a che si licenziano, che è più di mezzo dì, stava sempre fermo al posto dell’ udienza, nè si poteva far cosa che non la sapesse, e se venivan querele di confini o altro le difendeva gagliardamente. È conosciuto da tutti ed accarezzato, ed intende molto bene gli umori di quella nazione. È gratissimo alli pascià, ma specialmente a Rustan , con il quale ha preso tanto animo e tanta domestichezza, che parla senza rispetto e ride con lui. Io credo che sia fedelissimo, ed ha ben causa di esserlo quando ci guadagna per ogni via, e riconosce che ciò ch’egli è, e la facoltà che ha acquistata, gli è venuta dalla grazia e liberalità di questo stato, dopo che il clarissimo messer Francesco Bernardo di buona memoria l’applicò a questo servizio. E certo, serenissimo principe, per dire, come io sono obbligato, la verità , vostra serenità non potrebbe ora trovar uomo pii' atto a servirla in questo uffizio; il quale si conoscerà allora quando non si avrà più. Per questo non si guardi ad ogni cosa così sottilmente seco, e laudo molto la prudenza di questo illustrissimo senato in avergli donato in due volte ducati quattrocento per poter t