372 padri , di quel clic m’ avessero concesso così onoralo grado nella mia patria. Partirono dunque li clarissimi ambasciatore e bailo, con le corti loro, imbarcatisi sopra quattro galere (due Badoare, la terza Liona, e l’ultima Lippomania) a Ili 22 di giugno 1572,e in cinque giorni arrivammo felicemente a Lesina , ove per le false novelle della morte del Turco, sparse da quei di Ragusa, ci fermammo dieci giorni per renderci più certi di tal voce. Ed essendosi presto certificati li clarissimi esser favola quello che pubblicamente si ragionava, ci partimmo da Lesina alli 7 di luglio, e giungemmo a Ragusi in due giorni, ove ci fermammo altri tre giorni a provvederci di cavalli da nolo, de’quali avevamo bisogno fino al numero di dugento. Era giunto in Ragusi molti dì prima un ciaus, o corriero, mandato dalla Porta per accompagnare il clarissimo ambasciatore, e assicurargli la strada; e vi era ancora in quella città Assan-pascià, san-giacco d’ Ocrida, per ricevere li eccellentissimi; il quale presentò all’ambascialore un cavallo assai buono, guarnito d’ argento, ed al signor bailo un pajo di ronzini per la lettiga, avendo egli inteso che il clarissimo ambasciatore dovea cavalcare, ed il bailo farsi portare in lettiga ', il che fu appunto il contrario. Partendo da Ragusa alli 1 2 . giungemmo in 6 giorni di cammino, per strada pessima, a Chimera, montagna mollo alta, sopra la vetta della quale è una bella campagna, dove il più delle volte suole abitare Assali pascià nei padiglioni. Qui venimmo accompagnati da più di cinquanta cavalli turchi, armali di lande, mazze 1 11 Badoaro era d’età assai iniioltrata.