DELLA GUERRA DI CIPRO LIB II. 201 fé più generofi, che utili, per confervare l’antica dignità 1571 della República, per Seguirne l'auttorità di quella Tanta Sede , & per non inoltrare diffidenza de’ Prencipi Chri-Itiani . Ma per certo come effi prontamente facevano la parte loro, fenza lafciarfi da fpefa, ò pericolo alcuno ri-movere % ò ritardare da tale fuo proponimento ; cofi co-nofcevano, che non corrifpondendo alla loro induitria pari diligenza negli altri Collegati, quella lega, che s’era fatta con lperanza d'eifaltare la Chriftianità, le tornareb-be a maggior vituperio, con particolar danno della loro República . Effere pur troppo manifeito , quanto grave perdita di riputatone, & quanto pregiudicio ad ogni altra imprefa fuffe per apportare la perdita della città di Famagofta , cofa di tante, & cofi importanti confequen-tie : che per confervarla non doveva rimanere dubbio in alcuno, che non fi conveniffe d’ andare ad incontrare, & combattere l’armata nemica, elfendovi tanta fperanza di pattare vittoriofi in Cipro, & liberare Famagofta dall’af-fedio, onde ne feguirebbe la prefta ricuperatione di tutto quel regno, la diftruttione dell’effercito nemico, che re-ltarebbe da’ fuoi proprii difagi confumato, & ci aprirebbe la via a maggiori acquifti Quefte cole dal Pontefice giuftamente iftimate , tene* vano 1’animo di lui grandemente follecito : però udiva vo-lentieri ciafcuno, pregava a ricordare a tanti mali oppor- r?pj£f' tuno rimedio, & in ciafcuna cofa , nella quale iftimatte poter preftare giovamento alla lega , interponeva prontamente f opera , & T auttorità fua . Però ifpedì particolari meffi a Don Giovanni , & rinovò efficaciffimamente gli ufficii alla corte di Spagna, alla quale era già giunto il Cardinale Alettandrino , havendo al Rè portate lettere del Pontefice, piene d’ ardentiffimo affetto ; per le quali gli feri v .va : TSL 'tuna cofa in alcun tempo e\fere ftata da Je con maggior ardore defiderata, che i buoni progrefft della lega ; muna ejferne giamai ftata proposta più degna della virtù, & della potenza di quel Re, nè che maggiore, ò più vera gloria al nome di lui recar potejfe di a efta :