394 silo anticamente essere applicato alla chiesa di Santa Sofia, ma gl’imperatori turchi se l’hanno usurpato, pagando però una pensione a detta chiesa di mille aspri al giorno, che sono venti ducati, li quali ancora oggidì sono sborsati dal caznà. All’incontro di questo serraglio, dalla parte dell’Asia, vi è la città di Calcedonia deserta, e quella di Scutari poco abitata, dove il Turco ha un altro serraglio assai grande e bello, e molti altri giardini, dei quali ne sono in gran numero sopra lo stretto così dall’una come dall’altra parte, continua-mente sino al mar Maggiore, che sono diciotto miglia; il che rende molto bella e dilettevol vista ai passeggieri. Nel serraglio del Gran-Signore sono circa mille persone divise in diversi ordini: prima duecento giovani in circa, che attendono ai giardini; cento cinquanta, che servono alla cucina e agli infermi; altri che hanno cura di spazzare il serraglio, e tenere in concio le cose che si guastano. Tutti questi escono dal serraglio del Gran-Signore. Vi sono poi quelli che si chiamano della casa grande, i quali sogliono ordinariamente passare il numero di duecento, ma ora per la peste non passano cento cinquanta. Sono costoro pagati a otto aspri al giorno, e vestiti; attendono ad imparare a leggere, e si esercitano in diversi esercizi, ed entrano poi negli altri gradi più onorati a beneplacito del Gran-Signore. Il capo di questi si chiama capigì-bascì, il quale è eunuco. Oltre di questi giovani, ve ne sono quarantacinque, che attendono alla spezieria del Gran-Signore, ed alle sue vivande delicate. Sono ancora essi pagati a otto aspri al giorno, e vestiti? i quali entrano poi nella sua casa grande. Il capo loro e eunuco, come lo sono tutti gli altri capi nel serraglio, ed è chiamato chilergì -bascì. Quelli che attendono al