aG3 non per la troppa vicinità del verno, che in quelle parti fa freddissimo, e per miglior partito, egli deliberò di ritornar in Cappadocia per svernarvi, disegnando al nuovo tempo di vendicarsi de’Giorgiani prima che alcuna altra impresa egli facesse. Così fece incamminar il campo alla volta de’confini suoi, ove innanzi ch’egli entrasse s’ appresentò nel suo campo un’uomo soffiano vecchio, e per quello ch’egli dimostrava in apparenza, uomo di gran condizione, il quale disse che voleva parlare alla maestà del principe per cosa molto importante. Fu egli condotto alla presenza delli signori pascià, ai quali disse che egli non voleva parlare con altri che con la maestà del Gran-Signore, con il quale aveva da ragionare di cose molto importanti. Li signori pascià fecero intendere al Gran-Signore la dimanda di costui, il qual lo fece venire innanzi. Poiché il Soffiano gli fu innanzi, baciatagli la mano, cominciò a parlare ornatissimamente in lingua Persiana, che da Solimano è benissimo, intesa, prima magnificando la casa Ottomana, e a uno a uno nominò tutti quelli signori di essa che per qualche grand’opera erano fatti illustrissimi, e più che di tutti gli altri magnificò li fatti d’esso Solimano, facendo menzione di tutte quelle imprese che esso felicemente avea compite; e poi voltò il suo parlare alla religione, e con mirabil affetto disse tutte le condizioni che dovevano essere in un perfetto principe, e tutte le operazioni che bisognava eh’egli facesse, e quelle dalle quali bisognava che s’astenesse, tra le quali pose per la peggiore di tutte che non era lecito ad un principe della setta maomettana di consumare gli uomini di quella, nè di rovinare le città che sono dominate, e abitate da quelli» affermando questo con 1’ autorità delle scritture del