sta la spesa molto minore dell’entrata, ed essendo ella stata erede del cnznà di tutti li passati imperatori. Questo serenissimo imperatore, con l’esempio delli suoi antecessori, con l'ordine ch’io ho narrato alla serenità vostra nel governo del suo imperio (ordine mantenuto con molta riputazione, e conservato presso li suoi sudditi più presto col timore che coll’amore, come mezzo, per mia opinione, migliore e più facile a tenerli nell’obbedienza; perchè essendo nati tutti in povertà ed in servitù tale, che non solo non hanno gustato il fruttodella libertà, ma nè anco udito il nome di quella, sarebbe da temersi che altrimente governati non facessero coll’occasione, come gente ignorante, alcuna sollevazione nel paese, e forse per questa causa è stato da sua maestà e dalli suoi antecessori osservalo di non dare a quelli che non sono nati Turchi alcun grado, nè autorità) e con queste forze da mare e da terra così bene ordinale, e con 1’entrate e spese ordinarie, aggiunta poi la particolare obbedienza e fede che gli è data da cadauno in qualunque occasione e pericolo (non temendo massima-mente la morte, per l’opinione che è quasi in tulli, che qualunque persona abbia segnata nella fronte non solo l’ora della morte, ma anco il modo e qualità di quella) ha avuto ardire d’aprir la strada a maggior grandezza del suo nome ed imperio appresso tutti li potentati del mondo, cristiani ed infedeli. E così elesse per la sua prima impresa, nel primo anno che fu salutato imperatore, che fu nel i520, d’andare all’espugnazione di Belgrado, città fortissima e propugnacolo di tutta Ungheria, tentata altre fiate dagli Ottomani imperatori, e massimamente da Maometto II nel \\56, il che gli successe facilmente; e l’anno seguente fece l’impresa dell’isola