maritare due sue figliuole; il quale ancora n’ha due altre, ed io l’ho sempre confermato in questa speranza, che continuando esso ad esser buon servitore di vostra serenità, essa pure non mancherà mai d’essere amorevole verso di lui. E per la verità esorto vostra serenità, che essendo per le cose sue cosi importante quel maneggio di Costantinopoli, ed avendo esso Gianesiuo così lungamente adoperato in esso, sapendo anco tutti li segreti e negozj pubblici passati da molti anni in qua, e, quel che più importa, non sapendo dove dar delle mani, nè sapendo dove appoggiare, lo tenghino caro e ben contento, come, credendo di fare il benefizio di vostra serenità, mi son sforzato io nel tempo che son stato lì. E perchè egli è occupato, come ho detto, dalla mattina alla sera nelle cose pubbliche, ricercato da tutti li mercanti, con il consiglio loro dei dodici, senza nessuna ballotta in contrario, fu dato trattenimento ad un suo allievo chiamato Pasquale, di ducati quaranta alTanno; il quale essendo già quattro o cinque anni sotto la sua disciplina, e stato in casa delli baili, supplisce molto bene alla spedizione delli navilj, sicché in questo si ha poco bisogno di esso Gianesiuo. Questo Pasquale perchè è molto povero e con molta famiglia, desidera di affaticarsi e d’andare innanzi; usa diligenza per imparare a legger turco; e per concludere, spero che si avrà di lui buon servizio. L’avergli dato questo principio d’inlertenimento è stato di contento di tutti; perchè, per la verità, Gianesino non poteva supplire ad ogni cosa, e messer Francesco di spedizioni di navilj ed altro non ne sa cosa alcuna. E poi ch’io sono in proposito di dragomanni, non ne è però uscito finora alcuno in maggior credito, nè per le mani