385 dizioni fatte di armate ed eserciti, il che gagliarda-niente accresceva li rumori e sospetti già sparsi per tutta la città fra turchi e cristiani, che la pace non era nè buona nè durabile. Per il che ognuno slava con l'animo travagliato. Alcuni giorni dipoi ritornò il Gran-Signore dalla caccia, avendo affrettato il ritorno per ritrovarsi ili Costantinopoli al priucipio della loro quadragesima, che loro dimandano rumazan, la qual viene ogni nove lune, durando una luna continua, ed in quest’anno del 72 cominciò appunto il giorno di Natale. Costumano li Turchi in quel tempo star tutto il giorno senza mangiare, avendo solamente libertà di mangiare la notte, e quanto vogliono, e d’ogni sorte di cibo, dalla carne di porco e vino in poi, che in tutti i tempi è loro proibito. Non possono nemmeno stare condonila, sia moglie o sia concubina. Vanno la notte a fare orazione nelle loro moschee, dove sta acGeso grandissimo numero di lucerne tutta la notte, come pure sopra li minare, ovvero campanili, che rendono bellissima vista. Dopo questa loro quadragesima, viene la pasqua, che dura tre giorni, la quale chiamano bairam, nel qual tempo costumano di fare alcuni rivoli sopra le strade comuni, ed ivi collocarsi, facendo pagare la buona mano a ciaschedun che passa per la strada. Usan anco di fare alcune ruote grandi, e per ogni raggio vi mettono una seggiola fermala sopra due pioli, siccome usano le bussole da navigare, e sopra vi siedono i Turchi, voltando la ruota intorno, in modo che stanno sempre col capo in allo. Per quesli tre giorni stanno in tali esercizj, facendo sempre queste lor pazzie col vino troppo abbondante. r,>l. ili. -¿5