pagaia di esso agà siano fatti passare a lui. Dei quali se alcuno gli pare a proposito, e che gli piaccia, lo fa mettere ne’suoi serragli, e gli altri ritornano in casa dello agà dei Giannizzeri, il quale li consegna a due altri che si chiamano agà di azam-oglani senza soldo, che hanno cura di distribuirli e darli in servizio de’gran maestri quanti ne son richiesti, però con scrittura quanti, a chi, e dove si danno. Il resto è menato in Natòlia o in Grecia, e l’ agà degli azam-oglani senza soldo della Grecia ha carico di menarli in Grecia, e darli a cittadini Turchi, uno o due per casa, per farli imparar la lingua turchesca, ed arare la terra, e fare ogni altro servizio di che esso cittadino avesse bisogno: ed il medesimo fa anco l’altro capo degli azam-oglani senza soldo della Natòlia. Hanno questi capi di benefizio dal cittadino a cui consegnano gli azam-oglani venticinque aspri per testa, e qualche presente segreto, perchè li cittadini si servono di essi come schiavi, sebbene non li abbiano comprati. Stanno gli azam-oglani un gran tempo così in Grecia come in Natòlia, e passati due o tre anni, secondo che bisognano li servizj in Costantinopoli, si mandano quelli agà di azam-oglani senza soldo in Grecia ed in Natòlia per far venire un tanto numero di quelli che a loro pare che abbiano avuto la pratica buona della lingua, e che siano pronti ai servizj, e raccolto quel numero ritornano, e li menano a Costantinopoli: e questa volta gli azam-oglani vengono volentieri, conoscendo esser campati dalla servitù dei cittadini, e salili di grado e salariati. Di questi alcuni hanno servito il contadino due o tre anni, ed alcuni quattro, cinque, e sei, perchè sta a discrezion di quello che va raccogliendo così in