289 fare sebbene ero ammalato in letto, e potessi amar meglio di non aver molestie; perchè sapevo che se si apriva ai Turchi questa via, bisognava aprire anco lo scrigno di vostra serenità, e non saria stata al mondo bottega di più avviamento che quella del bailo veneto. Però volli far buona fronte al principio, e spaventare e discacciar questi avventori; il che è stato causa che nel mio tempo non ne sono comparsi se non due , li quali scacciati con vituperazione, si è tagliata la strada agli altri, talché il nostro bailo e la nostra borsa è stata liberata da simili sanguisuche, le quali, quando sentono il terren tenero,calcano e si ficcano sempre più lino all’osso. Signori, bisogna aver manco che fare con Turchi che sia possibile , perchè sempre scottano o tingono. Le vostre isole siano dalla cavalleria ed arcliibugieria ben guardate, come è la Sicilia. In Dalmazia liberiamoci dai Morlacclii, sì per coloni come aifittaiuoli, e siano li paesi più presto inculti, e selvatici, che abitati da sudditi turcheschi ; perchè li territorj nostri infine si perderanno, 0 si terranno con tali mangerie, che li pagheremo più cari che non vagliono. Il navigar nostro sia assicurato con brave navi, perchè andando noi sicuri, le fuste 1 non troveranno di che pascolarsi, e da sè si leveranno via dai nostri danni, e meglio è non perdere, che perso procurar di ricuperare, massime dai Turchi, che con l’alterezza loro osservano li capitoli come loro pare. Si dice che 1’ utilità fa fare gli accordicela necessità li fa osservare; però facciasi che 11011 potendo stringer li Turchi all’osservanza se non quanto loro torna bene, il meno che sia possibile 1 Sotto ([«lesto nome intendeyausi Je navi de’ Corsari. VoL Ili. 19