200 sia, aspettando l'ambasceria secondo l’ordine dato. Diede anche ordine a tutte le genti che stessero provviste di ogni cosa, acciò che se accadesse di nuovo far impresa non succedendo la pace, ognuno fosse pronto di cavalcare al primo comandamento. Passò il termine del mese che il Soffiano aveva tolto di tempo per far venire l’ambasciatore del Soli al Turco, che egli non solamente non era venuto, ma non s’intendeva novella alcuna della venuta sua: di che furono causa due beilerbei turchi l’uno di Van e l’altro di Bagdad, i quali, dopo che Solimano fu tornato addietro, si mossero dalli luoghi loro con una banda di gente a cavallo per uno, e entrati nel paese dell’ inimico danneggiarono, e corseggiarono per grande spazio di cammino, onde il Sofì essendo avvisato volle provvedere che costoro non facessero maggior danno: e però egli da una parte, e Ismaele suo figliuolo da un’altra con buona somma di gente per uno andarono ad opporsi agl’inimici. I quali subito che ebbero notizia di quello che il lor signore aveva deliberato, se ne ritornarono nelle loro terre, e per loro uomini mandarono a far intendere a Solimano quanto avevano operato, scusandosi che innanzi che avessero la nuova del ragionamento della pace loro erano andati a danneggiare gl’inimici. Furono accettate le loro scuse, e fu in tempo, perchè ilSofi non mancò di mandare uomini al Turco per fargli intendere ciò che costoro avevano fatto, e per spiare se ciò avevano fatto d’ordine suo; i quali gli fecero intendere che l’ambasciatore non verria, se prima Solimano non promettesse che 1’ armi da ogni banda si sospendessero, il che egli fece, e sollecitò molto che l’ambasciatore gli fosse mandato. Il quale non venne, che il mese di Marzo dell’anno di N. S. Gesù Cristo i555. Venne