502 puntello d’elementi inviscerali nella società, nè amore da’sudditi, uè credenza sincera da que’ medesimi elle ne sostengo!) !n causa ! Ricordo di potenza è di popolo ! qui d onde insegnammo la vita democratica di Comune e la repubblica senza schiavi all'Europa ! e l'accusa move da uomini che ricopiano fin nei vocaboli (democrazia regia, monarchie citoycnne) la Francia ili Luigi Filippo ; da uomini che nel generale maraviglioso commovimento dei popoli volgenti a democrazia non sanno trovare altra missione all’Italia ridesta che quella di cibarsi degli ultimi rifiuti e ricominciare la prova che l’Europa sta concludendo. E riescissero! Ma come? Non proclamano essi da ormai tre anni federazioni di principi che non vogliono collegarsi? non annunziano ai popoli una Dieta mentre dei tre Governi che dovrebbero attuarla un si tace, l’altro avversa, il terzo promove invece la Costituente? non evangelizzano ogni settimana la guerra con un Ministero che intima pace? Non hanno essi scritto libri di 500 pagine fondati sull’ipotesi d’una lega liberalissima tra Napoli e Piemonte, e non ha egli il re di Napoli rispo-slo abbandonando il campo italiano e trasmutando i soldati in carnefici de’ loro fratelli ? 1 mezzi per verificare anche quel meschino concetto di federalismo monarchico, non sono nelle loro mani. Noi possiamo con lunghe laiichc educare il popolo, essi non possono educare, non che cinque, un sol re. Le loro teoriche, le loro speranze posano tutte sopra un forse, sopra un se: dietro un «e in forma di papa o di principe essi hanno trascinato pei' Ire anni la povera Italia d’illusione in illusione, di utopia in utopia, alla*condizione di prima; e quando si rassegneranno un giorno a rinsavire e morire, il fatto da loro potrà rappresentarsi mirabilmente da quei due versi che un principe di Toscana rispondeva ai sudditi petiziouanti : « Talor, qunlor, quinci, sovente e guari: Rifate il ponte co’ vostri danari. » XIII. Al popolo toccherà di rifare il ponte co’ propri danari e col proprio sangue. Agli uomini del partilo nazionale tocca fin d’ora insistere col popolo perchè impari questa verità troppo spesso dimenticata: che una Nazione non si rigenera se non con forze proprie, col sudore della propria fronte, con lunghi sacrificii e coscienza profonda del proprio diritto e del proprio dovere. lo chiamo uomini del Partito nazionale tutti coloro i quali non avendo, per fini privati, venduto l’ingegno e l’anima a un ministero, a una setta, a un principe o a una casa regnante — non presumendo che sotto il loro piccolo cranio covi più senno o alberghino più diritti che non nei 24 milioni d’uomini nati a progredire, ad amare, a sperare, a combattere in questa terra Italiana — credono religiosamente anzi tutto nella Naziokf. e nella sua Sovranità, e ordinano i loro pensieri, i loro atti, il loro apostolato a far sì che il paese, libero tutto e sottratto ad ogni influenza frazionaria, viziosa, immonde, decida in modo legale e