414 Intendo appieno coni’ egl’ imporli alla Francia di non lasciare che Finflusso austriaco domini solo nella penisola; ma intendo altresì che importa alla dignità della Francia di non intervenire mai, in nessun caso, contro a’popoli, che son padroni in casa loro, come noi siamo stati padroni sovrani in casa nostra. ( Nuova approvazione. ) Intendo che importa alla nostra dignità, all’onor nostro, al nostro avvenire, di non far ondeggiare la bandiera della Francia a lato di quella dell’Austria, per compiere l’opera stessa dell’Austria. (Benissimo! benissimo! a sinistra.) Ora, cittadini, perchè la spedizione francese sia accolla in Italia dalle popolazioni, dal popolo romano, com’esser debbe, uopo è che, al momento della sua partenza, il gran potere della Francia, l’Assemblea nazionale, dichiari schiettamente per qual line ia Francia mandi una spedizione in Italia. Permelletemi di dirvelo: la politica, fino al presente seguita dal nostro governo, non ci dà a questo riguardo assicurazioni abbastanza piene, perchè possiamo pienamente del pari fidarci alle istruzioni, ch’egli dà ai nostri generali; è necessario che sappiamo se, nel caso che il popolo romano, e ciò desidero con tutte le forze dell’anima mia, fosse deciso a sostener la repubblica che ha fondato, noi aiuteremmo a comprimere quella repubblica. (Benissimo!) Un rappresentante a sinistra: Quest’è la questione! Il cittadino Emmunuelc Ararjo: Il sig. presidente del Consiglio vi diceva questa mattina, nella sposizion dei motivi del progetto di legge che ha portalo a questa bigoncia, che andavamo in Italia per sostenervi e la vera libertà e dei veri liberali. Ora, noi non abbiamo il diritto di discernere fra gFItaliani quali siano i veri liberali, e di cercare in Italia qual sia la vera libertà. (Viva approvazione a sinistra. ) Agl’Italiani soli spelta far tale scelta; noi non tollereremmo che gli Austriaci od i Russi venissero in Francia a dirci che i tali e tali sono i liberali veri, che i tali altri sono i liberali falsi. (Benissimo!) Il popolo è sovrano in casa propria; ognuno è padrone sul suo terreno, nella sua patria; e noi non abbiamo il diritto d’andar imporre al popolo romano una libertà vera, secondo noi, e che forse sarebbe falsa secondo lui. ( Benissimo. ) Convien dunque, e mi limito a queste osservazioni, che il gabinetto ei dica in modo formale, s’egl’ interviene per combattere in Italia l’influsso delF Austria, e [ter tutelare quel principio, che fu promulgalo nella nostra Costituzione, il principio del rispetto delle nazionalità, del rispetto della sovranità dei popoli. Ben so che certi politici sperano che, nel momento in cui i nostri soldati giungeranno a Civitavecchia, la repubblica romana sarà spacciata, e che noi dovremo forse intervenire per impedir alla reazione d’andar tropp’oltre contro le persone e di spingere lino alle estremità più sanguinose il sentimento della vendetta. Ciò non può bastare all’onor della Francia. Bisogna che noi partiamo colFidea appien ferma di rimanere nella politica proclamata dal mese di febbraio, nella politica che rispetta il diritto delle nazioni ed il principio, supcriore a tutti gli altri, dell’in-