286 dizioni politiche c militari dell’Italia. L’Assemblea dei rappresentanti ha unanimemente decretata la resistenza, e me ne diede l’incarico. Al proclama dunque dell’E. V. non posso fare altra risposta che quella che mi è stata già prescritta dai mandatarii legittimi degli abitanti di Venezia. Mi pregio poi di far nolo all’E. V., che fino dal 4 aprile mi sono rivolto ai Gabinetti d’Inghilterra e di Francia, affinché, continuando la loro opera di mediazione, vogliano interporsi presso il Governo Austriaco per procurare a Venezia una conveniente condizione politica. Ilo speranza di ricevere fra breve la comunicazione ufficiale delle benevole pratiche delle prefate alte potenze, specialmente dopo le nuove istruzioni che ho trasmesse a Parigi il 22 dello stesso mese. Ciò non toglierebbe che le trattative potessero aver luogo anche diretlameute col Ministero Imperiale, ove la E. V. ciò stimasse opportuno per giungere ad uno scioglimento più facile e pronto. Spelta adesso all’E. V. il decidere se durante le pratiche di pacificazione abbiano ad essere sospese le ostilità per evitare un forse inutile spargimento di sangue. Aggradisca la E. V. le attestazioni dell’alta mia stima e profonda considerazione. MANIN. A S. E. il Feldmaresciallo co. Radelzkij, comandante in capo delle ii. rr. truppe in Italia presso MESTRE. RISPOSTA DEL FELDMARESCIALLO RADETZKY. Sua Maestà nostro Sovrano essendo deciso di non permettere mai l’intervento di potenze estere fra lui e i suoi sudditi ribelli, ogni tale speranza del Governo rivoluzionario di Venezia è illusoria, vana e fatta solamente per ingannare i poveri abitanti. Cessa adunque d’or innanzi ogni ulteriore carteggio, e deploro che Venezia abbia a subire la sorte della guerra. Dal quartier generale di casa Papadopoli il 6 maggio 1849. RADETZK.Y in. p. Feldmaresciallo. 25 Maggio. GOTEMO ItffllSORIO DI (EMI*. BULLETTINO DELLA GUERRA. ISPETTORATO DEL 1.° CIRCONDARIO DI DIFESA AL COMANDO IN CAPO DELLE TRUPPE. Marghera, ore 9 pom.s 24 maggio 1849. All'albeggiare di questa mattina si scorse dal forte, che il nemico era riuscito, ad onta del continuo nostro fuoco, a piantare negli ultimi tre giorni le batterie della II. parallela. Nel mentre che su queste si di-