468 zioni del presidio, alla discosta dimora del suo comandante, donde riportava in trionfo la sua bandiera, attraversando gran parte del forte. Quasi ¡11 quel mentre arrivava ¡11 Marghera il Generale in capo, ed un unanime grido di gioia lo festeggiava al suo giungere; e gli dimostrava come tutti si slimassero fortunati che fosse giunto il momento di dar prova del loro coraggio e del loro amor pairio, sotto gli occhi d’un capitano che gl’italiani tanto amano e tanto ammirano. 11 fuoco, incominciato con tanta furia, sembrava nutrito da cinque batterie principali, che circondavano il nostro bastione N. G fra le lunette 12 e 13, sostenuto poi da innumerevole quantità di macchine da razzi, talché sembrava una sola linea di fuoco tutta la trincea nemica. Per un sol momento non veniva meno nella nostra truppa 1’ ardore^ e per ben sette ore durava la prova di tanto fuoco, che rallentò non prima di notte, pei molli guasti recali al nemico dalle nostre artiglierie, altrettanto ben servite che sagacemente dirette. Ora alle 8 pomeridiane tace quasi affatto il cannone, e solo pochi razzi dinotano ancora la volontà di offenderci del nostro spossato nemico. Mi sarebbe impossibile di nominare chi siasi maggiormente distinto in un’ occasione ove tutto il presidio, al dire del Generale in capo, si è diportato eroicamente. 1 nomi tutti del Capo e degli UHiziali dei mio Stato Maggiore, e del Comando del forte, e della piazza, quelli degli Ufliziali, e dei militi della Legione del Sile, e della -4.a di Linea, del corpo del Genio, dei Zappatori, del distaccamento della Guardia Nazionale, dell’ artiglieria di terra e di mare, della fanteria marina, del treno, della cavalleria e del-1’ ambulanza, degl'impiegati amministrativi, del distaccamento dei pompieri, hanno diritto di essere ricordati come benemeriti della Patria. La legione dei volontarii Bandiera e Moro si è in ¡special modo mostrala degna del nome che ricorda i primi martiri dell’Italiana libertà. Non debbe andare omesso il nome dei bersaglieri Lombardi fra quelli che meritano per la loro attività ed il loro coraggio di essere particolarmente menzionati. Non mancherò di pubblicare domani il nome de’morti e feriti che vogliono essere particolarmente conservati nei fasti di questa santa guerra. Tra i feriti però non posso per ora fare a meno di ricordare il capitano Cosenz dello Stato Maggiore del Generale in capo, il quale, benché affetto di febbre, con incomparabil valore dirigeva l’artiglieria del fronte d’ attacco, e benché malato e ferito^ non consentiva a ritirarsi. Noi approfittiamo della notte per riparare i piccoli nostri guasti e prepararci alla lotta dell’ indomani. Il Comandante Colonnello GIROLAMO ULLOA.