325 della commozione dei momento; ma domando che l’Assemblea si ritiri ne'suoi Uflìcii e vi nomini una gimita. Domando che l’Assemblea sia chiamata a prendere una risoluzione, di cui non indico i termini, ma che avrebbe per conseguenza di dichiarare che, in forza del suo contegno nella spedizione d’Italia, il ministero ha perduto la fiducia del pae-5e. (Benissimo! benissimo!) Il sig. di Truci}, ministro della marina, protesta contro la lettura che fu fatta dal sig. Giulio Favre. Rispinge le imputazioni odiose, che non tenderebbero a niente meno che ad accusare i ministri d’essere fallimi della guerra civile e di tradire la causa della libertà. Sorge contro le parole della lettera del ministro della guerra di Roma, che chiama un’offesa all’onore della nostra bandiera. (Interruzione.) Dice che ap~ piova le conclusioni del preopinante. Non so, aggiunge, s’egli sia uno de'soscrittori dell’alto d’accusa; ma, al pari di lui, chieggo che ia proposta sia trasmessa agli Ufficii perchè sia discussa. Il generale Leflo: Chieggo di parlare per protestare con tutte le lorze dell’ anima contro l’indignazione . . . ( Ilarità ), e con indignazione. contro la lettera che vi fu letta. L’oratore dice che ha militato quattordici anni sotto la bandiera della Francia. (Interruzione.) foci: Sotto la monarchia. (Rumore.) Il sig. Deville: Sotto il duca d’Angoulème. Il sig. Leflo dice che basta aver umiliato l’esercito. (Rumori.) Molte voci a sinistra: No, non si è punto umiliato l’esercito. Il sig. Leflo parla con vivacità, in mezzo allo strepilo d’una parie All’Assemblea, e torna al suo posto, ov’ è complimentato dai cittadini Kerdrel, Laussat e Malleville. Il sig. Dupont (di Bussac): Vengo a rispondere alle provocazioni del sig. Odilon Barrot; ma, nel punto di salire in bigoncia, ho assistilo ad uno spettacolo sì strano, che ne sono aneora tutto commosso. Le vanità di certe persone, che si riserbano il monopolio del patriottismo, credono che basti portare uno spallino per avere il sentimento più francese di noi. Que’generali credono d’aver patriottismo essi soli. Sotto la Convenzione, i rappresentanti sapevano mostrare a’uostri soldati la strada della gloria. (Benissimo !) Se il paese fosse minacciato, e’ci troverebbero a* loro fianco, forse dinanzi ad essi. Il sig. Denjoij e Taschereau interpellano I oratore. Il sig. Dupont (di Bussac) : Il ministro della marina è venuto, in "ome de" suoi colleghi, a versai* lagrime (rumori) sul sangue de’nostri soldati; s’ei potesse leggere in fondo al cuor nostro, vedrebbe che il nostro cordoglio è almeno tanto sincero quanto il loro; ma vero è che 11 loro debb’essere più profondo, poiché quel sangue fu versato a carpone della loro politica. L’oratore piglia ad esaminare i fatti, e termina domandando la mediazione armata; quesl’è la parte, che debb’essere riserbata alla Francia. Voi avete voluto \incere, ei dice; l’Assemblea non vi aveva assegnata t;|l parie. 11 presidente incile a’voti la proposizione del sig. G. Favre.