40 care. Io prego là Camera ad invitare i! ministero , perchè esso , in una seduta pubblica o segreta, come giudicherà conveniente alla natura dei fatti, voglia darci queste spiegazioni. Io credo che a quest’ ora le cose devono essere svelate al pubblico e le nostre piaghe palesate. Chi rifugge alla luce del sole, questo sarà indizio di colpa. (Bravo!) A documento di quanto asserisco depongo questo fatale biglietto, che sarebbe testimonio di grandi traditori. Si dirà eh’è venuto dai nemici nostri stranieri; può essere anche effetto di malizia dei nostri interni nemici : l’inchiesta lo giudicherà. Il nostro onore, il nostro dovere lo richiede. Se il ministero non ha ancora questa relazione analitica del generale maggiore, lo deve invitare a far questo. Quando abbiamo detto ch’egli era responsabile, abbiamo inteso eh’ egli si dovesse assumere questo dovere. Il ministro degli affari esteri De-Launaij si alza per rispondere, ma il vicepresidente dice : Prego il sig. [»residente del Consiglio dei ministri a voler domandare la parola. (Bravo! nella Camera.) Il ministro De-Lunnaij soggiunge eh’ egli partecipa al dolore della Camera, come Savoiardo e come Piemontese; trova giusto che la Camera desideri saper la vera causa di questi disastri; l’esercito si è battuto con gran coraggio; il re, i principi diedero prova di straordinario valore; assicura che i ministri daranno le necessarie disposizioni pei- sapere le cagioni del presente infortunio, ed in seduta pubblica o privata, come piacerà alla Camera, le esporranno francamente; chiede soltanto alcuni giorni, perchè ciò si possa fare. Il ministro dell'interno Pinelli dice eh’è stato commosso nel profondo del cuore dalle eloquenti interpellanze del deputato Lanza, dettate da un profondo sentimento, che non crede minore in alcuno dei presenti; vorrebbe che la Camera apprezzasse la necessità che questi schiarimenti venissero dati in seduta segreta appena che il ministero abbia potuto conoscere partitamente questo infortunio e le cause che lo produssero; ma se invece in seduta pubblica, comprenderà la Camera, che qualora si dovesse arrossire di una di queste cagioni, è meglio che questa stia sepolta fra noi. Josti prega il signor ministro a saper dire qualche cosa dell’ armistizio, se però è a cognizione sua. Il ministro Pinelli risponde al deputato Josti ch’egli non ebbe neppure campo di prendere degli schiarimenti dai precedenti ministri; e, quanto alle condizioni dell’armistizio, non poteva comunicarle interamente alla Camera, ma che lo avrebbe fatto quanto prima. Josti prega la Camera di osservare che il prolungamento di queste comunicazioni può essere decisivo per la nostra causa; un’inchiesta potrà benissimo vendicare la nazione e il re, ma non riparare ai danni nostri; se l’armistizio non è conchiuso, può forse ancora la fortuna sorridere alla causa nostra, ma 24 ore, 48 ore, decidono delle noslre sorti. Prega la Camera a riflettere che, qualunque siano le circostanze dell’esercito, le condizioni materiali e morali del paese in cui si trova, le truppe di lladel/.ky non possono rimanere otto giorni in Italia, qualora si rifiuti l’armistizio. (Bravo!)