317 son prossime le elezioni, temendo non questo terzo tentativo torni loro contrario, vogliono immergerci nelle commozioni della guerra delle strade. (Oh! basta!) Una voce a sinistra: Le son parolone! Il presidente del Consiglio : Bisognerebbe darci un diploma di pazzia ... . (Si! sì!) perchè noi, uomini politici, accettassimo la guerra civile, mentre è prossimo tale giudizio sovrano. Una voce: Ma chi parla di questo? Un’altra voce: Egli è un argomento pel bisogno della causa. (Rumore a destra.) Il presidente del Consiglio: Si vuol gettare il paese negli sconvolgimenti d’uua guerra civile. Molte voci: Alla questione! alla questione! Il presidente del Consiglio: Me ne appello alla coscienza di quest’As-semblea, me ne appello al giudizio del popolo intero; no, coloro che hanno fede nel diritto e nell’esercizio regolare del diritto, non ricorrono alla forzaj nè provocano la violenza. (Viva approvazione a destra.) Il sig. Martino Rernard: Perchè il vostro presidente assale egli l'Assemblea? Il presidente del Consiglio: E però, cittadini, siate appieno convinti che nulla più profondamente m’affligge quanto, non dirò questi motivi gravi, ma ogni pretesto apparente, che possa gettare qualche perturbazione, qualche agitazione negli animi, che possa originare un conflitto fra’ poteri, poiché niente può turbar le coscienze e gli animi, e spargervi la confusione ed il dubbio, quanto tali conflitti; nulla è più colpevole in politica, quanto simili lotte. (Approvazione a destra.) II sig. Martino Bernard : 11 vostro presidente è dunque condannato ! Il presidente del Consiglio: Debbo dirlo; questo sentimento non mi è personale; in esso consente, quasi dissi unanime, l’Assemblea; bisognerebbe essere molto sciagurato per andar a cercare, per mettere a profitto tal occasione di lotta. Ma unJ Assemblea sovrana e costituente, come questa, per ciò stesso eh’ eli’ ha una grande missione da compiere, di’ eli’ ebbe ed ancor ha nelle mani i destini d’una grande nazione, dee sentir alto la delicatezza e fin la coscienza della sua dignità ( benissimo!); non dee mai permettere che, scientemente, nessun potere 1 offenda; e se quest’offesa potesse venire da un potere elevato, quanto più egli è elevato^ tanto più la di lei delicatezza debb’essere grande e legittima. (Benissimo! benissimo!) E però, quando una lettera del presidente della repubblica fu pubblicata ne’giornali, me ne sono vivamente preoccupato. ( Ascoltate ! a-scoltate!) Quando il fatto fu recato a questa bigoncia, e che, con un commento a quella lettera, si volle farne spiccare il pensiero d’un conflitto fra l'Assemblea, i suoi voti anteriori e lo spirito secondo cui essa lettera era stata scritta, io mi son affrettato di venir qui, e, con ¡spiegazioni, che mi parvero appagare una gran parte, la più gran parte di quest’As-semblea (rumori a sinistra), ho apertamente dichiarato che la lettera 'ia l’espressione della simpatia del capo del governo pei soldati, che si