490 fede: su questa giudicherete l'opera mia. Allora, i pessimi sono i tiepidi: gli uomini che per povertà di cuore e grettezza di mente tentennano Ira le due vie, rifuggono codardamente dall’armonizzare gli alti alta lede e s'illudono o cercano illudere le moltitudini a un concetto d’accordo impossibile fra i due principii. 1 Irisli si giovano di costoro per pascere di speranze protratte i desiderosi di cose nuove : i buoni si ritraggono irritati e disperano; e l’occasione, come il ciuffo della fortuna, sparisce per non tornare se 11011 dopo un lungo \olgerdi ruota, dopo lunghi anni di nuovi dolori, di nuove delusioni e sciagure. L’Italia è oggi in uno di epiesti momenti. Il fermento è universale in Italia; ma senza intento determinalo, senza unità di credenza intorno alla via da tenersi, prorompe in sommosse senza nome e senza frullo, non promove di un passo la causa della nazione. L’accordo tra governo e governati è cessato; ma il principio intorno a cui i governati devono raccogliersi non è francamente, apertamente bandito. Il popolo, ove durasse anche per poco in sì fatto stato, cadrebbe rapidamente dall’anarchia morale in una diffidenza profonda di cose e d’ uomini, e da quella nel sonno d’inerzia ond’ esciva poc’anzi. E quel sonno, per un popolo che viaggia in cerca di nuovi destini, è la morie : il sonno del viandante tra le nevi dell’Alpi, al quale è mal lido amico chi non Io scuote e non gli grida all’orecchio : cammina innanzi o perisci. II. • Cammina innanzi o perisci ! È tempo di dire al popolo, a una gioventù buona ma traviata pur troppo dai faccendieri politici, tulta e nuda la verità. Da due anni s’è speso in Italia oroj entusiasmo, sangue, tanto quanto basterebbe a crear due nazioni, non una; e ci troviamo a un dipresso là d’onde partimmo. 11 grido di patria, libertà, indipendenza : suonò da un capo all’altro della terra Italiana: grido, ruggito di moltitudini potenti, \iolenle, non dì pochi devoti al martirio. In Sicilia, in Bologna, nelle città lombarde, in Venezia, il popolo imparò subitamente, solto l’impulso d’una grande idea, a combattere, a vincere , a disfare eserciti. Bandita dal popolo la guerra all’ Austria , cinque giorni videro ridotti ili tre fortezze i dominii dello straniero; videro nostro il Lombardo-Veneto; videro la bandiera tricolore Italiana sventolare, acclamala, lin nel Tirolo. Seltantamila soldati agguerriti, se non per battaglie, per lunga disciplina, tennero il campo contro l’Auslriaco; e intorno ad essi era il fiore della gioventù Italiana, era il fremito delle popolazioni ebbre di vittoria e di belle speranze. E lutto questo è sparito : l’Auslriaco insolentisce per le vie di Milano: migliaia d’esuli lombardo-veneti ramingano su lerre straniere: l’Europa che plaudiva, pochi mesi or sono, al* tonita al nostro risorgere, ricomincia a schernirci queruli, codardi, impotenti. Come avvenne? come tornarono a un tratto in nulla le quasi adempite speranze? Gli uni accusano le colpe o gli errori militari dei capi; gli altri i dissidii, le diffidenze, l’ignavia di chi seguiva-— i re? pubblicani, che dopo aver dato il segno delle barricate cilladine, tac-