231 Tuttavia, dopo questo, occorsero fatti, di cui sventuratamente non (tossiamo dubitare. Le nostre truppe, accolte, non dirò con entusiasmo, ma con benevolenza, dalle popolazioni romane, non tardarono a far loro sentire, non la mano della protezione, ma la mano del più forte. Parte della forza annata di Civitavecchia fu disarmata, il preside sospeso, le fortezze della città occupate; e quindi non si dubitò di dichiarare, che, se la popolazione di Civitavecchia avesse resistito, si sarebbe ricorso alla (orza per occupar la città. « Non basta. Da Civitavecchia il comandante delle nostre forze comincio a trattare. Sapete, signori, quali furono le parole del signor presidente del Consiglio, quando sollecitava l’approvazion del decreto. Egli vi diceva: Voi parlate della repubblica romana; ma quest’è, da parte vostra, un anacronismo; voi non ponete in conto la vittoria degli Austriaci sulla Sesia ; non ponete in conto l’abbattimento del governo democratico di Firenze; quanto alla repubblica romana, allorché le nostre vele saranno in vista di Civitavecchia, la sua ora suprema sarà sonala, e quindi, intervenendo in nome dei principii dell’umanità e della libertà, andremo ad impedire gli orrori della tirannia reazionaria. Se il signor presidente del Consiglio era in quest’ opinione, il suo luogotenente non vi potè rimanere a lungo; egli trovò sul territorio romano un governo organizzato, deciso a dilèndere la libertà italiana; e quanto a’nemici di tal libertà, e’non erano all’interno; si poteva scai* gerii, o nelle Marche romane al mezzodì, dal lato del confine napoletano; n, al contrario, dal lato del settentrione, si poteva scorgerli verso Ancona ed il confine toscano. Que’ nemici della libertà romana, a tenore della dichiarazione solenne, della quale non avete voluto fare, cred’ io, riguardo all’Assemblea, una rete e un agguato, erano i nemici della 1 rancia. (A sinistra: Benissimo! benissimo!) Or bene! vi siete voi rivolti dal lato di que’nemici? La vostra spada fu ella sguainata per impedire che una sola goccia di sangue italiano fosse versata dalla mitraglia degli Austriaci e de’Napoletani? Il dico, signori, col dolore nell’anima, col rossor sulla fronte (approvazione a sinistra): il sangue italiano fu sparso, il sangue francese fu sparso! La malleveria ne cada sugl’imprudenti, che ci hanno gabbalo; poiché fummo gabbati. (Acclamazioni ed applausi prolungati a sinistra.) Voci diverse: Tal malleveria dee ricadere sul ministero. (Agitazione.) Più membri della Montagna interpellano con vivacità il ministero. Il presidente intima più volte silenzio. Il sig. G. Favre : Chiedo perdono all’Assemblea. Non intendo eccitare le nobili passioni, di cui veggo il germe, e che spero porteranno tosto il lor frutto. Intendo consigliar all’Assemblea provvedimenti veri, efficaci, poiché, dopo essere stato ingannato, noi sarò più, noi voglio essere. Diceva, che, lungi dal volgersi contro i nemici della Francia, cui e|,nsi dichiarato, co’discorsi ministeriali, che noi andavamo a proteggere * Italia contro la loro azione, ¡ soldati francesi marciarono contro Koma.