349 alibi ica, nè cillà c sicura, se* Dio slesso non concorre a difenderla, sarebbe slolla e rea presunzione il darsi a credere, che bastasse a riuscir bene in un affare di lauta gravila la sola umana prudenza senza il divino soccorso. Per me, dice Dio, regnano i Re, per me i legislatori statuiscono il giusto e perciò i legislatori cd i Re, ove sieno abbandonati da Dio, non possouo che andar vagando di errore in errore, e precipila-iv. e trar seco i popoli stessi da loro governali in un abisso di mali. Convinti noi di questa gran verità, di cui le storie antiche e le nuove ci suimninislrano amplissime testimonianze, prostriamoci umilmente, o Dilet- I issi mi, appiè degli altari, implorando dal Padre dei lumi quello spirilo di consiglio, e d’intelletto, che muova tulle le volontà a scegliere il partito più conforme agli ordini adorabili della Provvidenza, e più atto a promuovere, conservare, cd accrescere la spirituale e materiale prosperità ili questa nostra carissima Patria. A tal fiue ricorrendo prima, come in tutte le nostre necessità, così anche in questa, che non è minore di alcun’altra, alla nostra grande Avvocala Maria, faremo esporre nella ven-Uira Domenica 2 luglio sull’Altar maggiore in S. Marco la sua venerabile effigie, dinanzi alla quale, celebrala alle ore 40 la Santa Messa, intoneremo le Litanie iauretane, e nel susseguente Lunedì 3 detlo tanto nella Basilica patriarcale, quanto in tutte le altre Chiese parrocchiali, e de'Regolari, fatta alle ore 11 l’esposizione del Ss. Sacramento, si canterà Ira il Punge lingua, ed il Tantum ergo, l’inno Feni Creator al medesimo oggetto. Affinchè poi le nostre preghiere salgano più gradile ed efficaci al trono di grazia, sarebbe assai desiderabile, che fossero precedute da un giorno di digiuno, ed accompagnate dai Sacramenti della Confessione e Comunione, e da qualche opera straordinaria di cristiana beneficenza; alle quali pratiche vi esortiamo tulti, o Dilettissimi, senza però farvene un assoluto precetto. Che se, come teniamo per fermo, i noslri zelantissimi Parrochi anche in questa occasione si accorderanno con Noi nei sentimenti medesimi; se il veneto Clero sì secolare che regolare ci presterà egualmente una lorte e leale cooperazione; se le Vergini sacre abitatrici de’chiostri assoneranno alle nostre le loro fervorose preghiere; e se il Popolo lutto seguirà, come suole, il nobile impulso della sua divozione, speriamo che le sorti di Venezia saranno felicemente segnate dal Dio delle misericordie, in nome del quale comparliamo a tutli col più fervido affetto la pastorale benedizione. Venezia dalla Nostra Residenza Patriarcale il dì 28 giugno 1848. * J. CARD. MONICO PATRIARCA. D. Gio. Batt. Ghega Cancelliere Patr.