455 commovente spettacolo, da ritenere a stento le lagrime. Innumerevoli sono i tratti di santo entusiasmo, mostralo a questi dì dal nostro pietosissimo popolo. Un povero operaio della Giudecca si negò per due giorni il vino, a procacciarsene col risparmio la modesta candela, con cui seguire la processione della sua parrocchia ed offrir quella in sull’altare alla Consolatrice degli alllìtli. Quaranta marinai assenti in servigio della patria a bordo de’ suoi navigli, vollero anch’essi, con simile offerta orar da lunge l’immagine e salutar la Stella del mare. Tanta pietà, sì umili supplicazioni, non possono non salire, come il più prezioso profumo, al trono dell’Eterno. E però, tuoni pure il nemico cannone: s’accenda la rabbia croata: noi, securi e sereni sotto l’usbergo saldissimo della fede, non dubitiamo della nostra fortuna. Quanto più cresce il pericolo, e tanto si fanno maggiori l’animo e l’ardire nel popolo; e non sì tosto il Governo bandiva la nuova leva di mare, che corsero in frotta ad arrotarsi i gondolieri, abbandonando il servigio d’antichi e diletti padroni, per dedicarsi a quello della patria, ancor più diletta; onde molte delle più principali famiglie dovettero, per manco di braccia, smetter la barca: sì vero, universale, profondo è il nazional sentimento, e l’orrore dello straniero dominio. Oltre le processioni delle parrocchie, altre per ¡spontanea divozione se ne composero; e; fra queste, edificantissima fu quella della valorosa nostra Marina, non tanto per lo sterminato seguito delle persone, per la grande quantità delle faci, quanto per 1’ alto umile e pio, onde ognuno nell’ aspetto mostrava il conscio pensiero, che nella Marina son vive le nostre più ardenti speranze, che nel suo valore avran forse termine i nostri mali, e che tanto l’uopo è maggiore che su lei larghe si versin le fonti delle misericordie celesti. Partitasi dalla chiesa di S. Biagio la traccia pregante si stendev a per quasi tutta la Riva. Tutti, da’gradì più eccelsi a* più bassi, uffiziali superiori e soldati, marinai e ammiragli, maestri, artieri, garzoni, quanti vivon sul mare o del mare, quanti negli ufficii o nelle olficine dell’Arsenal si travagliano, lutti vi presero parte, mostrando nel fervore de’lor voti, nella compunzion dell’aspetto, quanto sia il loro amore a questa patria carissima, che, o difendono col sangue, o vantaggiano delle loro fatiche. Il numero della gente era sì grande, che tutto non potè capir nella chiesa, e molti accompagnarono i supplici riti dall’atrio e dalla piazza medesima. Oggi, prima dell’ordinata parrocchia, si compiè la processione del Governo, ed accrebbe solennità e splendore alla sacra coorte 1’ accompagnamento de’canonici della Basilica e di Sua Eminenza il sig. Cardinal l’alriarca.