sione di sangue, od in pochi ¡slmili riedificare l’opera di Inule generazioni, poiché dei barbari suoi oppressori il giogo abbomiuato frangendo, riacquistò intemerata e pura il suo sacro antico dominio, per poscia aggregarsi qual sorella alla unita Italiana famiglia. Per essa la causa sacrosanta d’Italia tuttora sussiste; ed insieme a questa universale ammirazione, tutta la gran Penisola tributa alla maestosa eillà la più sensibile gratitudine. Se ognora uno stimolo generoso di gloria deve agitare il cuore d’ogni vero ed onesto cittadino, in questo supremo momento, oh! qual sublime orgoglio, qual sovrumano entusiasmo, anzi qual foco divino deve inebbriare il petto d’ogni Veneziano; tiglio d’una madre elevata a tanta altezza di virtù e di valore! Popolo immortale! io ti ascolto sempre ripetere P eroiche parole pronunciate dall’Assemblea di Te, Popolo Sovrano, eroica rappresentante. ¡Nò, che non vorremo noi cedere! JNò Piò! Mai! Piò, che non vorremo noi perdere miseramente il frutlo di tanta intraprendenza, di tanti sacrilicj, di tanta rassegnazione, di lauto coraggio. Piò, cedere mai! Piò! Nò! Mai! Dunque si espongano i uoslri petti con determinato furore contro all’ ira nemica. Per sostenere la patria porgiamo ad essa ogni nostra offerta, dal più prezioso monile alia più povera moneta. Tutto, tutto si perda, ma si salvi la Patria! Se anche di tutlo privandoci, noi lenendo stretti per mano i nostri pargoletti, dovessimo andar poi mendicando, sarà onorala la nostra povertà, sarà più brillante d’ogni fasto, d’ogni dovizia. Piiuno poi negherà l’obolo all’illustre cittadino, reso mendico per opera cosi luminosa. Se donne infedeli un tempo offersero tutti i loro pendenti ed i loro smanigli per innalzare un idolo vano, voi Donne Veneziane, come offriste pietose altre volte, di nuovo ora offerite gli ultimi vostri ornamenti all’idolo augusto della Pairia. Cittadini doviziosi! Vi sento spontaneamente disposti a concederci i vostri tesori, come avete già fatto più volte, o filantropi benemeriti, per la nostra salvezza. Eroismo sublime! che sarà da Dio benedetto. Opera magnanima! che verrà celebrata eternamente dalla storia. Se ricchezza ancora questa Tiro novella in se racchiude, gli austriaci assassini non potranno mai stendere su questa l’artiglio sanguinolento. Cada il velo di morte sul nostro ciglio, piuttosto che vedere nuovamente su questa magnifica piazza strisciare le maledette tedesche scimitarre, piuttosto che mirare quei ceffi ributtanti, piuttosto che vederci da quei brutali beffeggiati e percossi, soggetti a tutte le umiliazioni più obbrobriose, privi d’ogni libera prerogativa, fino nel pensiero incatenati, e non solo di costoro abbietto ludibrio, ma ludibrio dei più rei di loro scellerati austriacanti. Il nostro carattere, fermo e generoso deve inorridire al solo pensiero di tanto vituperio. Dunque noi dobbiamo resistere a qualunque costo, ed in ogni sinistro evento tutti prima morire, ma cedere giammai. Piò, che non vogliamo noi perdere il frutto della prodigiosa nostra vittoria !