147 della guerra, occupazione di Alessandria con guarnigione mista, occupazione per uu dalo tempo dell’alto e basso Novarese, disarmamento, abolizione dello Statuto, ec. ec. : in somma Vittorio Emanuele li sarebbe di nome re di Sardegna, ma nel fatto il re lo sarebbe il proconsole austriaco, che risederà in Milano. Gli Austriaci ad ogni bisogno potranno in tre giorni occupare tutto lo stato, accamparsi sotto Genova, o prendere la via di Nizza o della Savoia, come loro più piace .... Or chi non sa che nella fortezza di Alessandria sta riposta non solo l’esistenza politica del Piemonte, ma la sicurezza della Francia; e che dar quella agli Austriaci, già padroni di Piacenza e di Ferrara, vai quanto dar loro tutta l’Italia, e chiamarli a custodire i conlini della Francia? Concompagni tornò indietro di galoppo, per riferire al ministero questo brusco in trailo : e narrasi che tra i ministri vi fosse della dissensione. De Launay vorrebbe che tutto si concedesse; Pinelli all’incontro si moslra alquanto meno pieghevole, perchè meglio del frangi-specchi vede nello specchio del futuro le terribili conseguenze che possono risultarne. Narrasi altresì che de Sonnaz, governatore di Alessandria, e molli de’suoi uiGciali, abbiano dichiarato che, piuttosto che stare a guarnigione mista cogli Austriaci, vogliono dare la loro dimissione; che inoltre il governatore non vorrebbe rispondere dello spirito, nè delle sue truppe nè dei cittadini di Alessandria, che non hanno troppa simpatia per gli Austriaci. Boncompagni debbe ripartire questa sera; ma non sappiamo con quali istruzioni. Questo è certo soltanto che camminiamo sopra un terreno molto obbliquo. Il ministero ha avuto troppa frolla. Invece di licenziare i Lombardi con modi anco poco leali, avrebbe dovuto tenerli fino a cosa finita. Invece di lasciare le truppe disperse qua e là, intanto che continua a pagarle sul piede di guerra, dovrebbe raccoglierle e stanziarle a scaglioni fra Alessandria e Genova ; a Genova dovrebbe trasportare la residenza del governo, e pigliando un’altitudine imponente, col manifestare la risoluta intenzione di voler proseguire la guerra, piuttostochè tollerare condizioni che farebbero la rovina dello sialo, che sì che vedrebbe l’Austria diventar un po’ meno esigente? Gii Austriaci verranno a Torino! Che fa ciò? Anche gl’Italiani e i Francesi entrarono due volle in Vienna, e l’imperatore vi acconsentì con tutto il suo buon cuore, ben sapendo che, se avesse voluto difendere Vienna, avrebbe perduto lutto lo stato. -7 Aprile. AL POPOLO ED AI MILITI. Da questo momento dipende l'onore di una nazione, la vi la di secoli. Senza nè disprezzare nè temere, attendete il nemico. Fiducia in Dio e uc’fratelli, e la vittoria è per noi. Tacciano le diffidenze e i rancori;