348 Con questo voto, che ci esce del cuore, vi compartiamo affettuosamente la pastorale Benedizione. Venezia dalla Nostra Residenza Patriarcale il dì \\ Giugno 1848. * J. CARD. MONICO PATRIARCA. I). Gio. Battista Ghega Cancelliere Patr. NOI JAC0PO MONICO Cardinale Prete della Santa Romana Chiesa, del titolo dei SS. MM. Nereo ed Achilleo, per Divina misericordia Patriarca di Venezia, Primate della Dalmazia, Metropolita delle Provincie Venete, Abbate commendatario perpetuo di S. Cipriano di Murano, ecc. ecc. ecc. Al venerabile Clero e dilettissimo Popolo della Città e Diocesi salute e benedizione. Un alto di somma importanza si dee compiere, come sapete, o Dilettissimi, nel dì 5 del pross. venturo Luglio. Venezia tutta col mezzo de’suoi rappresentanti è invitata in quel giorno a risolvere la gran questione politica, da cui dipenderanno i suoi futuri destini. Siccome pa molli e gravi doveri sovrastano a tutti quelli, che avranno parte o diretta o indiretta a quella civica adunanza ; cosi Noi per la qualità del nostro Ministero non possiamo trapassarli in silenzio. Primieramente le civili e militari Autorità conservatrici dell’ordine sono chiamate dal proprio uffizio a provvedere cautamente al mantenimento della sicurezza e tranquillità pubblica, e vi hanno già pensato per tempo, e noi dobbiamo in esse collocare la nostra intera fiducia. I Deputati poi, che da’ proprii concittadini furono eletti a rappresentarli nelle loro deliberazioni, conoscendo l’importanza della propria missione, e la natura, e le conseguenze del voto, che sono incaricati di emettere, scevri di ogni umore di parte, e superiori a qualunque umano rispetto, debbono in ciò lasciarsi unicamente dirigere dall’ amor vero di patria, e dalla voce non ingannevole della propria coscienza. Gli Elettori finalmente, che nei comizii parrocchiali hanno deposto il proprio arbitrio nelle altrui mani, non ammettendo più sulla scelta già fatta nè timori, nè speranze, nè desiderii, nè pentimenti, nè diffidenze^ nè dubbii, sono in dovere di riposare tranquillamente sulla avvedutezza e lealtà dei loro deputati, e d’indurre, per quanto sta ad essi, tutti gli altri a fare altrettanto, astenendosi specialmente da unioni tumultuose, ove tra il fervor delle dispute, e la varietà dei partiti si porrebbe forse a ripentaglio quella fraterna concordia, che è base e sostegno principale di ogni pubblica e privata fortuna. Ma il dovere specialmente del Clero, e del resto del Popolo è quello di pregar molto, e con molto fervore; poiché essendo certo per esperienza e per fede, che nè casa si edifica, se Dio non ne protegge la