44 2 17 Giugno. VENEZIA A ROMA Sublime annunzio di nuove tue gesta gloriose or qui pervenue, cd a Te maggiore augusta mia Sorella invio sensi di ammirazione, e bacio di amore. Stupefalla, cd insieme inorridita quasi a me slessa ricredeva; poiché neppur poteva sospettare che Tu, suora maestosa e venerabile, saresti mai (alla segno di una barbara e vile seconda aggressione. Ma ai masnadieri brutali che ti hanno di nuovo aggredita hai fatto pagare ben caro il fio dell’azione esecrata, che macchierà eternamente d’infamia il nome loro sulle linee della storia. Tu città eterna, terra sacra, sede illustre d’una vergine immacolata Repubblica, e da chi hai dovuto soffrire empio oltraggio di duplice temeraria violazione? E da chi?.... Inorridiscano Italia ed Europa ! inorridiscano quanti popoli esistono nell’urbe incivilito! inorridiscano perfino i nostri slessi barbari nemici, poiché non saranno affatto in loro cuore estinti, (seppur noi debbano dimostrare) i sentimenti di rispetto al giusto umano diritto! Roma fu aggredita dalla infida Repubblica Francese. Oh infamia inaudita! Una nazione, che tanto sparse sangue per abbattere l’abbominato regio dominio, come adesso può mai farsi complice e ministra della tirannide, come difendere le truci massime del despotismo, e come intervenire armala mano onde abbattere la giustissima causa per cui la misera tradita Italia versò, e va, oh Dio! tuttora tanto sangue versando? 1 tuoi cittadini, degni nepoti dei Camilli e dei Manlii hanno rinnovati i fasti gloriosi della rupe Tarpea, hanno precipitati dalla roccia il nuovo Brenno e i suoi Galli. I Transteverini, i fanciulli, le donne hanno fatto strage c massacro degli assalitori, i quali hanno dovuto domandar tregua per seppellire i loro mille e mille calpestati cadaveri. Cosi il Cielo punisce la frode ed il tradimento. Ma non tulli i Francesi sono così rei; che anzi nel maggior numero sono capaci di nutrire eroici sentimenti, e sapranno indignali con un risoluto universale movimento, necessario a riparare il denigrato nazionale decoro, e la fama deturpata, tergere la macchia sozza dall’orgoglio di alcuni lor capi infamemente impressa sulla fronte dell’intera loro nazione. Ripeti, o sorella Roma, a quei Francesi, che vogliono cosi ferocemente opprimerti, la seconda parte del vaticinio del Gran Capitano, che non polea essere che Genio Italiano per rendere allora la Francia formidabile ed immortale. Sì, ripeti a quei Repubblicani, bombardatori delle ciltà Repubblicane, che così operando conducono la loro patria al finale suo precipizio, che saranno colpiti di catene e di obbrobrio, dalla Mano onnipossente di Dio, e che presto vedranno bivaccare lo Scita nei lor Campi Elisi, e bever l’onda della Senna l’armento Cosacco. GIOVANNI TOPPANI.