242 il presidente: Siccome la Commissione non può aver preparalo la sua relazione se non alle IO, la sessione è sospesa lino a quell’ora. La Commissione entra nella sala a ore IO e tre quarti. Il sig. Senard monta in bigoncia. (Profondo silenzio.) Ei legge il seguente rapporto: Cittadini rappresentanti, la Commissione, che avete nominata, si adunò immediatamente secondo il vostro desiderio. Ella chiamò a sè il sig. presidente del Consiglio, il sig. ministro degli allari esterni ed il sig. ministro della guerra, e ricevè da essi la comunicazione delle istruzioni, date al generale comandante della spedizione d'Italia, e di tutti i dispacci giunti fino ad ora al governo. In pari tempo, ella si è riferita alle dichiarazioni, raccolte nel rapporto della Commissione, la quale aveva esaminato la domanda dell’assegnamento di 1,200,000 ir. ed alle altre dichiarazioni, falle dagli agenti del governo dalla bigoncia^ circa la natura e lo scopo della spedizione. Allora ci si presentava la repubblica romana come prossima a soggiacere, o per gli assalti dell’Austria o per la controrivoluzione, di cui portava in sè i germi. Ci si diceva che, second’ogui probabilità, la repubblica avrebbe cessato di esistere, prima ancora che i nostri soldati avesser tocco il suolo italiano; si paventava al pensiero d’una ristorazione del Papa, fatta sotlo l’influenza d’una politica assolutista, al pensiero di tutte le violenze, che potevano insanguinare una reazione; si voleva esser presente all’ora, che pareva vicina, della peripezia, per mantenere e far predominare l’influsso francese nello scioglimento della questione romana; si voleva, infine, preservare quel paese dagli eccessi ond’egli era minacciato, ed assicurargli almeno, in tutti i casi, istituzioni liberali. Del rimanente, non s’intendeva difendere la repubblica romana, clic non si era riconosciuta; ma non s’intendeva neppur di assalirla. Quanto all’opera della spedizione, era ben inteso che occupassimo Civitavecchia, luogo scelto per lo sbarco, e vincessimo anche, per allog-giarvici, le resistenze, che ci potessero essere opposte. Ma, colà giunti, aspetteremmo gli avvenimenti, e non moveremmo sopra Roma se non per preservarla da un intervento straniero, o dagli eccessi d’una controrivoluzione; in una parola, secondo il detto del sig. presidente del Consiglio alla Commissione, non andremmo a Roma se non come protettori o come arbitri domandati. Tutto ciò fu epilogato in questo passo del rapporto della Commissione, accettato espressamente dal sig. presidente del Consiglio: « Dalle spiegazioni dei ministri, è risultato che il pensiero del governo 11011 è altrimenti quello di far cooperare la Francia all’abbattimento della repubblica, ch’ora sussiste a Roma. » Quest’era l’epilogo del rapporto; questo fu pure, secondo noi, ¡1 pensiero dell’Assemblea nazionale, quaud’ella concesse l’assegnamento di 1,200,000 franchi. Intanto, signori, la spedizione fece il suo sbarco a Civitavecchia; e poco appresso, senza intervento straniero, senza controrivoluzione successa a Roma, in somma, senza nessuna delle cause indicale dal governo ed accettate dall’ Assemblea, ed in un momento quando dispacci precisi