420 manterremo quelle forze per tutelare gl’ interessi e i legittimi influssi ilei nostro paese. ( Interruzioni ironiche a sinistra. ) Vorrei che l’interruttore. . . Mi si parla di portafoglio; non so chi sia l’interruttore, ma vorrei eh’ei specificasse l’interruzione. Fra queste due politiche estreme: o il riconoscimento solidario del governo sussistente ora hi Roma, che voi non avete riconosciuto, del quale noi non abbiamo riconosciuto i rappresentanti; fra questa politica, la cui conseguenza inevitabile era la guerra, la guerra a cattive condizioni, la guerra contro tutti i governi dell’ Europa.....( Lunga interruzione. ) Potrei arrestarmi a questa interruzione ... (No, no!), ma non mi ci arresterò. Il cittadino Lefrancois : Porcaio ! Il cittadino ministro: Sì, peccato! I partiti hanno i lor giorni di franchezza ed i loro giorni di reticenze, d’indignazione, anche un poco affettata. Non ha molto, si riconosceva assai facilmente che assumere la solidarietà delle repubbliche romana e toscana, difendere tal forma di governo, a rischio anche d’una guerra, sarebbe produrre inevitabilmente, e per una solidarietà reciproca, la quale è perfettamente legittima, sarebbe produrre una guerra coi governi che riconoscono un’altra forma, che sono legati da trattati fra essi. I partiti ciò riconoscono ne’ dì di franchezza, ma si premuniscono in que’dì, col dire: Al postutto, la sarà una guerra contro i governi; avremo i popoli per noi. Io non mi dichiaro sulle probabilità di tal guerra. Ma perchè, dopo averla invocata ieri, negarla oggi? Converrebbe, per non retrocedere innanzi alle proprie idee, essere coerente a sè slesso e sovvenirsi il domani di ciò che si disse il dì innanzi. ( Benissimo: benissimo! — Così è. — Rumori a sinistra. ) Io non accetto tali conseguenze pel mio paese; io non riconosco, e in ciò credo d’essere intimamente d’accordo con l’immensa maggioranza di quest’Assemblea, non riconosco tale prelesa solidarietà, non riconosco che sia un dovere, un’ obbligazion per la Francia cimentare il sangue de’ suoi figli per la repubblica romana. ( Interruzione. ) Certo, io non getterò in questo momento, momento forse supremo, un’accusa contro que’governi. Dio mio! i più nobili sentimenti stessi possono traviare; le stesse più nobili cause possono essere da eccessi macchiate ; nè si dee sempre renderneli mallevadori. Ma mi sarà permesso d’ essere soprattutto e anzi tutto occupato degl’ interessi del mio paese. Sono alcuni, in questo ricinto, i quali possono ascriversi a grand’onore, ed io non ne lo loro rimprovero, d’essere stati decorati del titolo di cittadini romani. ( l ive esclamazioni a sinistra.) Per me, io sono soprattutto e innanzi tutto cittadino francese. (Lunga agitazione.) Questa discussione non si è tanto protratta., se non per le interruzioni e le interpellazioni che mi furono indirizzate. 11 confesso, ebbi un grandissimo torto, e la non è la prima volta, quello d’essermi lascialo trarre a tali interpellazioni, di non aver seguito, senza preoccuparmene,