97 « L’opinione pubblica aspetta con impazienza una decisione. Noi dobbiamo negoziare coll’Austria, negoziare senza tregua, senza posa: il Comitato lascia al governo la cura di apprezzare il senso delle comunicazioni austriache; se esse non conchiudono alla ritirata immediata degli austriaci, il governo non si starà contento a parole di cancelleria. Se pure non vogliamo abbandonare i nostri interessi, non possiamo operare diversamente. La Francia non vuole conquiste; essa ne diede bastanti pegni al-1’ Europa. Ma siamo noi soli diseredali del diritto di proteggere i nostri amici? La Russia non ha testé invasa la Transilvania? . . . No; l’Europa non s’ inquieterà per una dimostrazione di tal sorta: ella sa che noi siamo sinceri. » L’oratore, dopo vive interruzioni, legge la risoluzione seguente : « L’Assemblea nazionale, bramosa di assicurare la conservazione dei due più grandi interessi, che le sono affidati, la dignità della Francia e il mantenimento della pace, fondata sul rispetto della nazionalità, associandosi al linguaggio tenuto nell’adunanza del 28 dal presidente del Consiglio dei ministri, confidando per altra parte nel governo del presidente della repubblica, dichiara che se, per meglio guarentire l’integrità del territorio piemontese e meglio tutelare gl’interessi e l’onore della Francia, il potere esecutivo credesse bene di appoggiare i negoziati coll’ occupazione parziale e temporanea di un punto dell’alta Italia, troverebbe nell’ Assemblea nazionale il più sincero e più ampio concorso. » Il sig. Jllolé, membro del Comitato degli affari esteri, dichiara essere il rapporto a lui sconosciuto, e che non è lavoro del Comitato. 11 signor Clemente Thomas dice essere deplorabile che si vada cercando tali futilità, facendo così perdere della sua importanza ad una causa così sacra e grande, come quella d’Italia, e prega il ministro degli allari esteri di spiegarsi chiaramente sulle sue intenzioni. 11 signor Drouyn di Lhuys, ministro degli affari esteri, sale alla tribuna, e narra gli avvenimenti della breve campagna di Piemonte, e le pratiche dei due ambasciatori francese ed inglese. Il signor Billault parla in favore della causa italiana, ed esorta l’Assemblea a non dare al ministero un voto di fiducia; chiede all’Assemblea ed al governo di dichiarare francamente qual via intendono di tenere a questo riguardo. 11 signor Drouijn di Lhuys discorre a lungo dei falli della guerra •h Lombardia del 1848, e cerca di giustificare la condotta del governo francese verso il Piemonte; ed indi, parlando della questione romana, dichiara che il governo si sforzerà di tutelare tre grandi interessi: Finteresse religioso, dell’ordine europeo e quello della libertà; e finisce col chiedere all’Assemblea, che non si venga a discussione sulla questione romana. Una viva agitazione succede a queste parole del ministro degli affari esteri. La seduta venne sospesa per qualche tempo. Dopo sedala 1’ agitazione, il signor Ledru-Rollin prende la parola e così si esprime: « Per gli amici della libertà, la sconfitta dell’ esercito piemontese è T. VII. 7