ii) 9 La Commissione deve poi avvertire i detentori di grani, che per ottenere l'effetto contemplato dal succitato Governativo Decreto, il Governo le ha contemporaneamente prescritto di requisire i grani di frumento e di granoturco qui esistenti, senza distinzione di proprietarj. Ove pertanto constasse, o che all’amministrazione del Mulino a San Girolamo venisse rifiutata la vendita dei grani alle condizioni suespresse, o che i mulini del Governo mancassero di grano da macinarsi, la scrivente non potrebbe dilazionare un solo momento dal devenire a quella requisizione forzata che viene ingiunta dal Governo, ed in seguito alla quale verrebbe coi dati suddetti determinato il prezzo dei grani requisiti, preso sempre per base l’attuale Calmiere, che, come si è detto, deve essere invariabile. Nutre però lusinga la scrivente che i proprietarj e detentori di grano, prestandosi spontaneamente a somministrare il grano pei bisogni della popolazione dispenseranno la scrivente dal ricorrere a quelle ordinatele misure coattive cui non si applicherebbe che suo malgrado. Il Delegato presidente AVRSANl. -OCCJ» 14 Maggio. NOTA DEL MINISTRO DELL’ESTERO ALLE POTENZE CATTOLICHE. Roma 7 maggio 1849. La questione romana, che non ebbe fin qui che un carattere politico, assume ora, mercè gli assalti dati a Roma, un carattere religioso, e al mondo cattolico, che tutto v’è del pari interessato, rivolgiamo queste franche e libere parole. L’Europa congiurata viene per imporre a tre milioni d’uomini una potestà, eh’essi han dichiarata decaduta per sempre, e questa potestà rappresentando quella serie d’interessi che fecero ‘lire al Divino Maestro che il regno suo non era di questo mondo, tutte le potenze che tali interessi tutelano, che vivono di quelle speranze che non si realizzano che al di là di questa terra, devono volgere attentamente gli occhi sul dramma grande e provvidenziale, che fra noi si svolge. Su di esse pesa tutta la responsabilità (responsabilità terribile) dei falli che qui si compiono: su di esse severi e implacabili scenderanno i gin-dizii dei posteri. La questione romana non è più ora, il ripetiamo, questione politica soltanto, ma è fatta questione religiosa. Un popolo intero, riassumendo le tradizioni della sua terra, desumendo le ispirazioni sue da quanto v’è di più grande nella sua storia, ha dichiarato incompatibile il dominio temporale dei Pontefici colla gloria, colla dignità di questa Italia, che, stanca di poltrir sonnacchiosa, quasi ludibrio delle nazioni, alfine si è alzala alla santa, alla generosa vita dei popoli. Se il principe, che [’Europa vorrebbe imporci di nuovoj fosse, come i tanti altri, volgare erede d* privilegii volgari, la lotta potrebb’essere più o meno sanguinosa, più 0 meno feroce, ma ad una serie maggiore o minore di vittime limite-•‘ebbersi soltanto le sue conseguenze. Se l’impresa, che l’Europa volle