64 47 Aprile. II magnanimo decreto deli’ Assemblea veueziana del 2 aprile diè motivo al seguente gagliardo indirizzo : VIVA VENEZIA. Popolo che vuole, vince. Città, che si offre unanime in olocausto per la causa deli’ indipeudenza italiana, è immortale come la giustizia, come il simbolo della religione di Cristo. Fratelli delle lagune! con cui abbiamo diviso feste e quaresime, la vostra parola ne giunge quasi saluto dell’ Angelo per la redenzione della patria in pericolo. Da noi si lagrima nella gioia d’ appartenervi più dav-viciuo : da noi si fa sacramento di vincere nelle vittorie, o seppellirci nelle rovine di San Marco. Quanti siete popoli e governi della penisola, risoluti di costantemente fare, non di semplicemente promettere, guardate alla ultima Missolungi. L’esempio è degno di chi lo dà: degno di chi lo accoglie; s’inauguri una volta per Dio! santa, inconsumabile generosità di denaro e di sangue. L’ancora di salvezza non si presenta due volte: provvidenza che si spreca, non ritorna: bisogna scegliere oggi subito o la gloria eterna o la eterna vergogna. Si combatta da tutti, per tutto, e sempre con amore, impeto, unione: e Venezia vira: e l’Italia sia. Roma, 9 aprile 4849. GLI EMIGRATI VENETI A ROMA. 47 Aprile. REGNO DI SARDEGNA. DICHIARAZIONE POLITICA DEGLI EX-DEPUTATI DELLA SINISTRA. I terribili avvenimenti, che in questi giorni si succedettero cou si inopinata e misteriosa rapidità, fanno legge ai deputati della sinistra di rivolgersi alla nazione, non già per rifiutare o scemare la responsabilità loro ina per dichiarare solennemente quali furono i motivi della loro condotta, e quali siano, a lor credere, le cagioni della grande sventura che piombò sul paese. Nel nostro indirizzo, noi abbiamo confortato il governo a ripigliare prontamente le armi contro l’Austriaco: e sebbene le sorti siansi voltate in modo sì miserando contro di noi; sebbene una guerra, incominciata colle più splendide aspettative, terminasse in capo a tre giorni col più vergognoso degli armistizii e coll’abdicazione di un re, ch’era l’amore del suo popolo; pur dichiariamo sulla nostra coscienza che duriamo tuttavia immobili in questo convincimento, essere la guerra l’unico partito al quale il paese potesse appigliarsi per uscire una volta di quello stato d’incertezza funesta, di mortifero esaurimento, d’agitazione dolorosa, in