104 genlomila lire dal governo piemontese, al risarcimento de’cui legni il nostro arsenale spese non piccole somme; da quel governo al quale fu voluta aggregare appunto per questo che a lei fosse assicurata la vittoria e la ricchezza; ha ricevuto: dico, dugentomila lire, cioè meno dell’occorrente per campare i due giorni che l’assemblea consacrò a deliberare la provvida e gloriosissima fusione. Coi governi toscano e romano le ragioni non sono ancora pareggiate: il romano deve alla povera Venezia alquante somme; il toscano non ha fatto a tempo a inviare il danaro raccolto dalle offerte dei Comuni o di privati benemeriti cittadini. Ai quali e in Toscana e in tutte le altre parti d’Italia desideriamo clic giungano i nostri ringraziamenti fraterni; perchè i doni loro, quanto più tenui, tant’ hanno più prezzo dall’intenzione magnanima. E però è da compiangere che non si sia voluto seguire lo spediente proposto da me nello scorso giugno, del volgersi al povero, anzi che al ricco, del regolare la carità, del destinare in ogni paese uomini buoni, i quali tutte le settimane raccolgono le offerte del popolo italiano a prò di Venezia. Siffatta maniera di collette richiedeva ordine, pazienza, perseveranza ed alletto; e per questo appunto era bella. Ma s’è voluto altrimenti, e ne vediamo gii effetti. Or si domanda se Venezia esausta di forze, sarà abbandonata da venticinque milioni d’italiani, che con meno di mezzo centesimo per testa al dì potrebbero apprestarle sufficiente soccorso, e liberare sè da vergogna inespiabile. Ormai per tutto la guerra tace : qui potete tuttavia guerreggiarla con un poco d’argento, se non col ferro. I danni vostri sono gravi, ma non sì che non possiate pagare al nome italiano questo leggier tributo d’onore. Educatevi alla concordia, alla costanza nelle piccole cose almeno, meritatevi anni migliori. Nel proferire tali consigli Fumiliazione e il dolore non lasciano luogo allo sdegno: e se in essi suona rimprovero, non è certamente volontà mia. N. TOMMASEO. I TRABACCOLI E LA GIOYANE MARINA. Dalla prima volta che la flotta Sarda minacciava abbandonarci al rigore di un blocco di mare, era sorto fra noi il pensiero di armare e fare uscire un numero rilevante di barche grosse o peschereccie : questo progetto discusso lungamente nel Circolo ItalianOj trovato eseguibile da una commissione nella quale entravano ufficiali di marina di provata capacità, venne presentato al Governo in sul cadere della decorsa state. Ricomparsa indi a poco la flotta Sarda, l’esecuzione di quel progetto non sembrava più necessaria; ma il recente mutamento delle nostre condizioni fece ritornare la brava Marina all’idea del mentovato armamento. Scopo di queste parole è dimostrare col raziocinio e colla autorità d intelligenti persone come il progetto già approvato dal Governo del-F armamento di 40 imbaccali a guisa quasi delle antiche Veneziane Galeazze, sia sufficiente a difenderci. Nella Campagna di Spagna dell’anno 1823, vennero impiegati nell’assedio di Cadice cannoni da 16. 48. 24. e mortai da 8 e da 42. collocati