452 Io non ti chiamo a pensare che un nuovo anno è cominciato ; poiché il tempo non è che un meschino calcolo dell’uomo. Io invece ti dico: il sole che tu misuri percorre immutabilmente la sua strada, e tu, o popolo, sei chiamato a percorrere la tua!.... Camminando io per le tue strade, o Roma, e come Paolo l’apostolo in Atene, contemplando anch’io i tuoi monumenti dagli Obelischi di Elio-poli di Tebe alla cupola di Michelangiolo portata sulle ali dei venti, ini sono incontrato in una statua di scultore vivente. Essa rappresenta la Speranza d’Italia. I suoi piedi muovono sopra la bella penisola, e seguano sul zodiaco che la fascia il 10 Giugno 48-46! Le sue vesti ondeggiano mosse dai flutti delle umane cose: colla destra mano stringe l’ancora che poggia sul libro del Vangelo. Dalla celeste sua fronte coronata di spine e di qualche rarissimo fiore, sorge una stella nel cui centro dovrebbe apparire un volto.... Oh! quanto dall’Italia e dal mondo benedetto ed adoralo!.... Ma questo volto non lo ha perauco scolpito quell’intelligente scultore ! . . . . (4). Cosi noi! Molte spine e rarissimi fiori, molle lagrime, infiniti dolori e pochissime gioie! Io non m’illudo, nè parlo per improvido entusiasmo, o per odio o per partito; e troppo apprezzo la dignità e l’efficacia del mio ministero, nonché il pubblico amore di tanti egregi e saggi italiani per disprezzare ed abborrire le ciarle da piazza. — Onde è che io ben m’avveggo che noi navighiamo in un mare senza quasi più bussola; ma non imporla. Ritornando io fra poco a Venezia, dirò a quei magnanimi fratelli che il popolo di Roma, evocando il passato quando lungo la via Sacra e sotto gii atrii dei Templi di questo fatidico monte sorgeano maestose ed emulale le memorie dei padri, e quanto dalle cillà sotterranee tuttora visitate dal commosso ed intento peregrino, i figli della Redenzione at-tingeano dall’ amore una forza maggior dei tiranni ; il popolo di Roma ha con me promesso in Campidoglio nel nome di Cristo fondatore divino dei veri diritti degli uomini, che noi italiani ci dibatteremo col pensiero., col cuore, e col braccio contro l’impeto dell’uragano stringendo l’ancora che si regge sul Vangelo ! VIVANO ROMA E VENEZIA VIVANO VENEZIA E ROMA La calma, il contegno, la confidenza di questo gran popolo, non che l’intelligente entusiasmo con cui rispondeva ai dignitosi concetti dell’oratore, valga a confondere gli esterni nemici sempre intenti a cercar nuove arti per sedurre i deboli, i meno veggenti e volerli base ai trionfi che sognano. VIVA L’ITALIA LIBERA ED UNA. (i) Questa statua io l’ho veduta qui in Roma nello Studio dei Signor Benzoni di Bergamo. (ìVoia deli Autore)