156 \ Maggio. ITALIANI! Venezia priva del proprio elemento di vita, il mare, divisa dalle sue terre divenute preda del barbaro, Venezia sola raccolse nel suo seno e mantiene un’armata ed una flotta dopo avere coll’armi e coi danari sovvenute le città sorelle del Continente. Venezia esausta dopo un anno di dolori, di dispendii e sagrificii decreta di vendere tutto, lino le pietre stesse, ma di restare italiana. Venezia ha dato l’esempio^ e voi .... ? Italiani! A misura che cresce il pericolo si debbono ingrandir gli animi vostri, e se una città sola per sè e pei fratelli fa tantOj che non faranno le opulenti città di Romagna e di Toscana e di altre parti d’Italia? Tutti siamo fratelli, tutti eguali, e non saremo nè l’uno, nè l’altro, se eguali non saranno i sagrificii. L’unione, idea finora e parola, mercé la sventura dee mutarsi in sentimento ed in fatto. ¡Noi eravamo troppo divisi e discordi, dominati da piccole o parziali ambizioni pur troppo; la fede posta non già in noi stessi e nella causa nostra, ma in chi non poteva nè doveva darci salute, i rovesci toccati ne fan prova, i rovesci effetto e punizione giustissima; ed altri ne toccheranno ancora se i passati a purgarci non bastano. La prima cosa è vincere noi stessi; l’ultima è conseguenza necessaria della prima, vincere gli austriaci. Chi spera nell’uomo vuol dire, che non ha fede nè in sè stesso nè nella causa per cui combatte, ned è maturo a libertà; e per chi non ha fede, salvezza e vittoria è follia. Per aver libertà, bisogna prima sentirla in noi stessi, bisogna che la libertà sia conquista e non dono : ma costoro se fallisce 1111 re andranno in traccia di un altro in Italia 0 fuori, finché l’avranno trovatoj veri amatori di servaggio e di padrone. Italiani ! Non ciarle, non decreti, chè troppi se ne fecero finora ma fatti. I nostri padri più che di parlare amarono operare, e quello che si fece finora mostra che siamo educali e maturi a ciarle e non altro. Se l’Italia centrale ha fede e vita, lo mostri col fatto, 0 redenzione non vedrà. (T......i) 4 Maggio. VENEZIA ALL’EUROPA. Dopo un anno di patimenti, delusa nelle legittime sue speranze, Venezia riprende vigore dalla sventura, promette a sè medesima di resistere ad ogni costo. Sola, ma Dio è con lei. E il diritto de’deboli è tanto più grande quanto più piccole le forze loro. Venezia un tempo valeva da sé per un regno: adesso è in lei la nazione intera. Noi abbiamo fede nei nostri destini. Resisteremo perchè ci darà Dio la forza, e l’Europa non ci abbandonerà in tali estremi. Abbiam fatto qualche sacrifizio senza nè