263 conflitto fra le risoluzioni dell’ Assemblea e le istruzioni date dal potere esecutivo a’suoi agenti. Unicamente dunque per la fedeltà storica, e per non aggravare la discussione, senza declinarne la malleveria, io dichiaro che codesta lettera, min è un atto deliberato e statuito in Consiglio. Il Consiglio ebbe ad occuparsi del corso da dare alle risoluzioni dell' Assemblea. Il sig. ministro degii affari esterni aveva domandato che desse a tali risoluzioni un carattere più preciso. Ha chiesto se, a fronte di'gli avvenimenti che si compievano o che stavano inevitabilmente per compiersi, si dovesse ritirarsi a Civitavecchia, abbandonare sin quella mediazione, ch’era «n tempo il principio della nostra politica. Non v’ebbe neppur un voto per dare tal carattere alle risoluzioni dell5Assemblea. 11 dichiaro apertamente, che se tale fosse stato il pensiero dell’Assemblei!, non mi sarei accomunato a tale politica. Avrei piuttosto lasciato il potere. (Movimenti diversi.) Ala fu, per lo contrario^ categoricamente dichiarato che un tale consiglio, un tale pensiero, non si contenevano nella risoluzione dell’Assem-blea ; che quella risoluzione lasciava al governo tutta la sua libertà di azione. Come potrebb’egli essere diversamente, quando sapevamo per un dispaccio telegrafico che i Napoletani marciavano sopra Roma, e che, nel momento* stesso in cui deliberavamo a questa bigoncia, essi erano sotto le mura della città? Come avremmo potuto credere che si fosse comandato un tale contegno, e che, sotto l’impero di tali deliberazioni, dovessimo lasciar succedere una reazione, una controrivoluzione fuori del nostro influsso, e contro i principii, contro gl’interessi, che la Francia dee far prevalere ? Come! noi avremmo commessa quest’orribile incocrenza di mandare mia spedizione, di farne le spese, d’occupare un punto sulla terra romana; e tutto ciò per lasciar compiere ciò che volevamo impedire? No; una tale incoerenza non è nè esplicita nè implicita nelle deliberazioni dell’Assemblea : piena libertà fu lasciata al governo. La risoluzione, presa da voi^ ricorda il voto, lo scopo, lo spirilo, In tendenza della spedizione. Lo scopo era d’impedir la reazione contro principii, che noi dobbiamo difendere, di prevenire ogni controrivoluzio.ic violenta; ecco lo scopo, ecco il pensiero, che imprime a codesta impresa il suo marchio di libertà illuminata. Ciò la giustifica agli occhi de’ popoli. Nel momento quando Roma era minacciata, parve a voi, come a noi, che una sola cosa fosse da farsi : recarci colà, ove potevano essere (Iettate da noi condizioni in nome dell’umanità e della libertà. Or bene! il dichiaro, sul pensiero, sul carattere, sullo scopo essenziale della spedizione, v’ebbe sempre accordo fra le intenzioni manifestate a questa bigoncia e l’esecuzione. In tale stato di cose, sorse una discussione sopra notizie imperfette; discussione forse pericolosa, il dico a malgrado del rispetto eh’ io sempre ebbi per le deliberazioni dell’Assemblea ; pericolosa, perchè era ad un tempo primaticcia e tardiva. Primaticcia quanto al giudizio da pronunziare sui fatti, che nou