229 di morire col rimorso ili aver combattuto dei fratelli repubblicani; ed i salvati, imprecando contro il loro governo, non sanno altrimenti gratili-enei delle assidue cure, di cui sono l’oggetto, che ripetendo spesso comi' fanno i loro compatriolti prigionieri: Viva la repubblica romana! In line un profondo sentimento di riconoscenza c'impone l’obbligo di tributare all’italianissimo generale Avezzana una parola di encomio, sempre inferiore a quella immensa pallia carità che gli fa provvedere a tulle l’esigenze del grave ministero allidatogli con una tenace perseveranza e con una infaticabile alacrità, che sarebbero prodigiose anche in mi giovane. Sin dal primo appressarsi del nemico, seguito da una parlo del suo stato maggiore (giacché molli altri ulliziali dello stesso erano (¡(“.stillati alle porte per dirigere i corpi che le difendevano), il generale A\ezzana percorse successivamente i luoghi attaccali, e colla voce e coll'esempio portando al colmo l’universale entusiasmo del popolo, che chiedeva armi, e delle milizie valorosamente combattenti, assicurò il trionfo della giornata e l’onore del paese. In questa aggressione, la Francia, sacrificata da un governo nemico dei veri interessi del suo paese, ha fatto delle immense perdite più morali che materiali. Ella ha perduto su noi ogni influenza politica: essa ha perduto ogni diritto alle nostre simpatie: e se la giustizia della nostra causa ci ha dato lauta energia di vincere il soldato più bellicoso, noi abbiamo adesso la profonda convinzione di poter lottare con gloria e successo contro tutti i nemici della repubblica e dell’Italia. 1 triumviri: C. ARMELLINI — G. MAZZINI — A. SAFFI. GII D1CATA DA’ PROPR1I ATTI NELLA CAUSA DELLA INDIPENDENZA D’ ITALIA. (Vedi pagina 133.) ASSEMBLEA NAZIONALE DI FRANCIA Sessione del 7 maggio 1849. INTERPELLAZIONE SULLE COSE D’ITALIA. Il sig. G. Favre : Ho bisogno dell’indulgenza dell’Assemblea, poiché soffro assai da parecchi giorni. Credevo che in principio di questa tornata il governo avrebbe date del le spiegazioni sovra avvenimenti, che tengono giustamente sollecita 1 Assemblea. Domandai al ministro degli affari esterni quali fossero le sue intenzioni intorno a ciò. Avendomi egli risposto che le nuove da lui ricevute non erano sì precise, che potesse recarle a questa bigoncia, ‘'cedei mio imperioso dovere di salirvi. Infatti non posso dimenticare che fui membro e relatore della Com-