88 24 Aprile. GIUDICATA DA’ PROPRII ATTI ¡NELLA CAUSA DELLA INDIPENDENZA D’ ITALIA. In un’opera, coni'è questa, destinata a raccogliere i più interessanti documenti relativi alla parte avuta da Venezia nella guerra della indi-pendenza italiana ed alle più notevoli mutazioni avvenute nei governi di Italia dal 22 marzo 1848 in appresso, sarebbe stato censurabile mancamento la omissione della serie compiuta dei discorsi pronunziati intorno agli affari d'Italia all’Assemblea nazionale di Francia. Da questa collezione deve luminosamente apparire, come in uno de’più generosi suoi moti sia mancato all' Italia il valido aiuto della Francia, della nazione più libera d'Europa, ancorché promessole con tanta effusione d’uffetto. — E' assai grave il dover svelare il disonore delle nazioni che, trascinate da vedute di gretto interesse, si associarono al tradimento dei re, commesso sanguinosamente sui popoli; ma Vitalia ha bisogno di essere giustificata dalla storia sulla rettitudine della causa per la quale da tanti anni combatte, e sulla sventura che le venne sopra, non ostante i suoi magnanimi sforzi e gl'illuditi sacrifizii sostenuti per sottrarsi dal giogo straniero. A tal effetto, vogliamo aggiugnere ai documenti pubblicati sin qui la circolare del Lamartine del 2 marzo 4848, con la quale egli obbligava la fede della Francia ad accorrere in aiuto d'Italia nel giorno della sventura, e le deliberazioni consentaneamente prese dall’Assemblea nazionale nella sessione del 24 maggio successivo, nonché i discorsi pronunziati in detta Assemblea nelle sedute del 50 e 31 marzo 4849, le cui conchiusioni sono tanto diverse da quelle uscite dal cuore di un popolo appena restituito a libertà, e non ancor guasto dalle perfide arti della diplomazia. Dappoiché la Francia ha tramutato la grande causa della indipendenza e della libertà iti meschina quistione d’interesse, ella rovinò le speranze della nazionalità d'Italia, ma nello stesso tempo diede gravissimo crollo alla propria, quando Jion prescegliesse di darsi novellamente in balia del dispotismo, e di repubblicana tornare miseramente monarchica.