375 .indie le nostre lagrime, quali da noi se le aspettano gli estinti nostri fratelli. Voi da me domandate in questa occasione funebri parole di elogio f ili conforto: ed io secondo mie forze mi presterò ai santi desiderii tosili. Ma Italiano, quale mi sento nell’intimo del cuore, anzi tutto l'onore e la carità della Patria. Questo è un giorno di allegra mestizia per noi, giorno di solenni speranze all’Italia. All’aspetto di morte che squallido e muto mi si presenta da tutte intorno queste sacre pareti, alla larda oscillazione che sento ancora nell’aere percosso dalle lugubri salmodie dei sacerdoti, al fioco lucicar di que’ceri che nella più schietta loro nudità colorano le cose di quaggiù, gli occhi fissi sulla pietra del momimento, davanti a quel funebre panno che mi toglie dagli occhi, ma non tanto dal cuore, che non me li abbia presenti, i trucidati fratelli, la mente elevata nella spaventevole eternità, in Dio rinversato il cuore, ministro del santuario mi è debito primo, e l’animo ancora mi basta a gridare in nome di tutti: Viva l'Italia, morte agli oppressori d'Italia. Riposo elenio, o Signore, e perpetua luce ai martiri gloriosi dell’ indi-pendenza italiana. La giornata del 27 ottobre ricorrerà sempre cara, memoranda, gloriosa a Venezia. Venezia per altissimo volere del giusto Iddio, per la inespugnabile sua posizione, per le costanti, lunghissime ed unanimi prove di carità patria de’suoi cittadini, per l’armato concorso di tanti generosi con unico esempio nella storia da tutte parti della nostra peuisola, Venezia campata fino a quel giorno dalle frodi maligne, dalle brutali violenze, dai subdoli tradimenti, dall’inedia, dal disonore, era già stanca di languire più oltre nella forzosa inerzia, fatta quasi segno e ludibrio alle promesse dei re e delle nazioni. Conscia della propria grandezza, impaziente della lotta e del destiuo delle sorelle provincie, moveva animosa dal suo primo Forte contro l’inimico. Descrivervi adesso quello scontro glorioso sarebbe certamente scemare alla grandezza della militare fazione; solo ricorderò con animo compreso di ammirazione e di gratitudine come quel prode Generale, che sulle sponde del Po dava prova non dubiti» del uobile sentire del suo animo , ributtando gl’ iuicjui comandi del Borbone infedele, e poi nelle nostre lagune stendeva la generosità del suo cuore al bene della nostra città, volendo oltreché dell’opera e del consiglio, pur giovare con nobile disinteresse alla causa Italiana, nel campo della battaglia valoroso emulava l’eroe della Corsica sulle rive dell"Adda, e giustamente pesando l’impresa dall’ardore dei nostri soldati, li animava ad un trionfo donde altri, che al pari di lui non si sentisse Condottiero Italiano, avrebbe temuto una sicura rovina: dirò che i nostri giovani campioni, come torrente nella sua piena, come folgore nel suo tragitto, si slanciarono animosi precipitando sopra le agguerrite falangi deir Austria, e dei loro petti infiammati all’amore di Patria spensero il fuoco alle nemiche batterie; nè si tolsero dal fervor della pugna, che quando l’obbedienza lo volle, sdegnosi allora di non poter inseguire quei l'oclii che si sottraevano colla fuga alle catene o alla morte, e dolenti di non portare col patrio vessillo nelle terre vicine un conforto di ti-