464 22 Giugno. Risposta del Dittatore d' Ungheria agl’ incaricati austriaci. Vi veggo; dove sono le vostre credenziali? Va bene: vi credo gli ambasciatori d’ Austria inviati agli Ungheresi. f Esponete . . . Quando l’Ungheria, tralasciando di vivere in sola buona fede, esaminò con soda riflessione il modo, con cui veuiva trattata dall’ Austria, e vide che questa cessava di mantenere le proprie giurale promesse coir l’apparecchiare il giogo più infame; l’Ungheria, dico, patria d'uomini onorati, ritirò la mano che sosteneva la tirannica corona, e questa cadde. Un re traditore, assistito da gabinetti d’inlerno, colle libazioni del sangue tradito aiutò 1’ austriaca genia ad inceppare i proprii popoli. Ma l’Ungheria rifiutò di aver più che fare col monarca ingrato e tiranno. L’Austria, imbaldanzita dagli esiti felici dei proprii bombardatoli gene? rali, domandava militi all’Ungheria, per meglio macellare ed incendiare le belle contrade d’Italia; e l’Ungheria rifiutò d'infamarsi. L’Austria trionfò co’ suoi eroi senza l’aiulo dell’ Ungheria, e tosto volò per.soggiogarla. Ma gli Ungheresi, fermi nella propria lealtà, impavidi abbandonarono le proprie capitali per concentrare le forze. L’Austria, credendosi superiore, intimò d’ arrendersi all’ Ungheria, o di battersi. L’ Ungheria accollò l’ultimo partito. Trentaquattro bullettini vennero stampali a Vienna^ riboccanti di vittorie imperiali, mentre gli Ungheresi non si erano ancor mossi. Venne il dì della partenza. Behm ricevette 1’ ordine di prendere Ilermannstadl e Cronsladt, come pur di battere e cacciare i Russi dalla Kothenturm pel 19 corrente aprile, e nel medesimo giorno la bandiera ungherese era piantata sulle città conquistale. Dembinski ebbe ordine di liberare Comorn dall’ assedio, mentre ¡1 generale Welter doveva battere il bailo ; e nel giorno pattuito lutto fu compiuto. A Gòr-gey fu detto d’impedire al corpo del generale Gòlz di ritirarsi; e corpo e generale, tutto fu messo a pezzi. Si sospende la Dieia di Debreczin, e la si convoca a Pest pel 24, mentre la ciltà è occupala dai voslri; ed il 24 il > essi Ilo ungherese sventolava sul colie Palatino. Infine, quando mai gli Ungheresi, dopo che si mossero, dovettero retrocedere d’un passo? Siamo pochi, armati di picche e di forche, siamo ribelli, ec. ec. e nulla ostante si distrugge l’armata dell’infame colosso, e si cacciano dal nostro suolo, disonorati, gli Austrìaci. — Voi proclamale, col mezzo di Welden, che siamo assassini; e questi assassini bombardano regolarmente, e prendono colla forza le ciltà, scacciando gli Austriaci. Si stipula da voi una capitolazione breve, identica cd eguale per tulte le città e per tutti, salve le persone e le sostanze; il resto a vostra discrezione, col pieno potere di requisirvi militi, danaro e vettovaglie. Eppure, ‘don mandale ad Hermannstadt se un solo danaro od un soldato fu da noi chiesto: domandate a Cronsladt se un cittadino pali un minimo danno; chiedete alle vostre donne se alcuna può lamentarsi del più piccolo insililo, fatto loro dai nostri soldati. Dite, vincitori più moderati, più di-