496 vocine d’enuclii; se non che voi lavaste la colpa nelle battaglie del Marzo e laverete, ho fede, i più recenti errori con altre battaglie: essi durarono e durano incorreggibili, lo 11011 credo s’udisse mai linguaggio stampato di tanta bassezza, di tanta stolida adulazione in bocca di gente che ilicevasi libera e pretendeva far libero altrui (1). Bastava essere principe per esser battezzato rigeneratore : cinger corona perchè fosse in serbo nel capo che la portava una parte d’iniziativa nei fati dell'Italia redenta; e tutte quelle corone, abbominate pochi dì prima e grondanti ancora di pianto di madri e sangue di martiri, dovevano cotigiungersi, ordinarsi a piramide sotto il triregno, splendide di novello incivilimento all’Europa; e leghe, Diete anfizioniche, primati intellettuali e civili scaturivano, ogni giorno, come sogni d’infermo dalle penne dei novellatori della fazione. I buoni si coprivano per rossore la faccia e ringraziavano Iddio perchè la lingua Italiana scaduta colla monarchia, sia in oggi me« nota che non nel passato alle nazioni straniere. I tristi che facean coda al partilo e invadevano il giornalismo, incensavano i capi, sistematizzavano in menzogna periodica ciò che in parecchi de’ primi non era se non tranquilla utopia, insolentivano con quei che sprezzan tacendo, e rinnegando ogni pudore di cittadini, chiedevano arrogantemente agli uomini che avevano nelle associazioni segrete, serbata intatta la tradizione del Pensiero italiano : che avete voi fatto? Vili. Che avete voi fatto? — Ah! se da una di quelle sepolture che Italiani cospargevano pochi anni innauzi, benedicendo e sperando, di fic avesse potuto sorgere Menotti, Attilio Bandiera, Anacarsi, Nardi, un quei tanli che posero rassegnatamente la vita sotto la mannaia del car nelice per la salute d’Italia, egli avrebbe risposto per tutti : « Ingrati! no abbiamo, colle fatiche e col sangue, educatola bella pianta intorno alla quale voi strisciate in oggi, come il verme intorno alla rosa. Abbiamo, dopo il 4814 quando voi, moderati, tradivate le speranze dell’esercito 1 (ì) ti Pio Nono, Angelo deputato dal Cielo .... novello e dell’antico più sapient» e glorioso fondatore di Roma; restauratore immortale della civiltà cristiana, cui i popoli?, diffidenti volgono maravigliando lo sguardo, vedendo che per Lui il pontificato riassumo con non più saputa potenza la tutela degli oppressi, e l’idea cattolica si svolge fautrici di ben ordinato civile consorzio, di equità, di giudizio, di nazionalità, di emancipazione,o c di riconoscimento dell’umana dignità ec. »? — Dragonetti. .Kgli s’è fatto profeta del popol suo non'solo, ina dell’intera civiltà cristiana:; egli ci dice quali saranno le sue sorti future: non son io degno d’unire l’umile mia voce alla potente parola del gran Pontefice... che si sparge per l’intero mondo nunzi» ili giustizia .... questa parola che ha in sé maggior potenza che non si ebber tuttftj insieme le antiche legioni, ha compito ih brevi giorni la grand’impresa che costò tanti secoli all’armi Romane, la conquista del mondo«. — Azeglio. E basti per saggio. L’Azeglio è lo stesso che un anno innanzi scriveva «se anch« saissi- al pontificato un uomo dotato d’alta sapienza nell’arte dello Staio e d’egual virtù per usarla ad utile pubblico - senza pensiero di sé stesso, se questo pontefice volesse risolutamente riformare gli abusi, che sono il profitto di tanti.... costoro non glielo, consentirebbero ... cd il minor danno a cotai pontefice sarebbe il non poter far fruttò nessuno, v