46G guaggio. Troppo tardi l’Austria conobbe che l’Ungheria era un leone il qual dormiva reggendosi sulle anche. Gli si calcò la coda, ed il leone non ruggì, si ritirò di qualche passo. L’Austria credeva che fuggisse; ina il leone prendeva la rincorsa per potere con più forza scagliarsi ' sugli oppressori. L’Austria per la prima fe’sonare il grido di guerra per queste contrade; ma quel grido trovò un eco tale, che, fin che un solo Ungherese resterà, non lia che cessi di ripetere: guerra, guerra! Quest’ eeo, che dormiva placido nella immensa foresta di Bakony, ora si desta per non lacere mai più finché alla vostra ritirata gli abitatori del bosco non v’abbiano immolati tutti a quella offesa divinità. Ormai il suolo ungherese è divenuto rovente alle unghie de’cavalli; ormai si sparse il sangue ungherese : dunque in Ungheria non si parli di pace. Verremo noi a nostra scelta a dettarvela sul vostro suolo. Vi lamentate delle nostre sevizie sul fatto di Schütz perchè passammo a lìl dì spada un colonnello, sei maggiori e diecisette ufficiali, dopo avervi marzialmente distrutto il resto dell’armata; or io vi dirò che le lìngue pendenti dei cinque ufficiali nostri, che, presi da voi colle armi alla mano, avete impiccati a Buda, gridavano vendetta. Vi lagnate perchè non abbiamo accettato prigioniero il generale Gölz col suo stato maggiore, ma invece gli abbiamo uccisi; ed io vi dirò che le anime dei cinque ufficiali,'da voi appesi a Buda, domandavano vendetta : veudelta, che noi abbiamo compita ad Alba Reale, quando abbiamo impiccato ottantasetle de’ vostri, non per risparmio dì polvere, come fate voi, ma perchè indegni di una morte marziale. Al solo capitano Müller troncavamo il capo, perchè fu l’unico che 11011 depose la spada. Al barone PillersdorlI avele promesso vendetta del fratello, che noi impiccavamo a Varasdino; ina l’impiccavamo per vendicare il povero ufficiale Paraska, che sen-z’ armi insieme con undici dei nostri, a Merogoderchi fu preso, mentre comprava sale a contanti. E non istava in voi di salvare il Pillersdorff, parente di un vostro ministro, cambiandolo col Paraska? Traditori! l’abbiamo dello; per ogni testa ungherese da voi fatta cadere, noi vi rispondiamo con una dozzina dei vostri stabali, che teniamo prigionieri; e \oi già sapete quanti uè abbiamo. Ma finisco e dico : il grande monarca, che s’ abbassa ad invocare trattative-da un’orda di venduti malintenzionati, quale garantia, domando io, darà delle sue promesse? Siamo certi che, conoscendosi perdente, prometterà molto. Chi può garantire per l’Austria, nello stato in cui si trova? Chi può garantire ora che le manca il braccio che sosteneva il colosso dai piedi croati, dal ventre tedesco e dalla testa italiana? Chi sta garante? Chi risponderà per lei nel caso di un altro tradimento ? ? ? A Vienna a Vienna! Ho detto. 26 aprile 18i9.