487 in,ino, si rivolga all’apposita Commissione ai Molini presso il Municipio, il quale è incaricata (li far luogo alle relative ricerche. Il podestà, CIO. CORRER. /.' Jsxess. Francesco Dona’ Dalle Rose. Il scgr. A. Licini. 26 Giugno. ESTRATTO DI LETTERA DA TRIESTE. 16 giugno. —....« Da Venezia non dipende già ogni cosa alla salute italiana; ma assaissimo, almeno riguardo a tempo. Se \i vedeste da fuori come vi vedo io, allora solamente potreste conoscere qual è la \ostia posizione, e il valore vero del vostro resistere. Ma che intendiate veramente la parte eh’è a voi assegnata dalla Provvidenza nella rigenerazione d’Italia e dell’Europa, son prova gli atti vostri, lutto il vostro contegno. Ed ecco anche ciò che pone in pace i miei dolori, tutti i più paurosi pensieri dell'avvenire. Lasciato l’onore, la prudenza medesima vedete che debbe consigliarvi codesto potentemente. Un'ora di questi nostri giorni, un’ora vale un anno. Più che in altro, nell’apparenza le cose nostre non vanno secondo che le avvia il nostro desiderio; e tra i continui rovesci, il paese affretta in modo mirabile a sentir sé medesimo. Ma mollo peggio volgono le cose al nemico; e i suoi danni non son di quelli che possano ritemprarlo, come i nostri a noi un poco per volta lo fanno. Se nulla avesse a finirlo, lo finirà il soccorso lusso; dico se i Russi vincono: ma sapete che il tradimento e le diserzioni li diradano e sciolgono le file; che tra i generali de’due eserciti c’è malumore; che perdono; che il clima ne toglie fin d’ora migliaia. L’erario prosciugato, le coscrizioni diventile impossibili, sono due segni di prossima rivoluzione anche a que’ pochi che non s’accorgono come la vecchia peccatrice abbia e senla essa stessa la morte entro di sè. Kossuth ha nominalo il governatore di Fiume; e tutto annunzia che gli Ungheresi vi pianteranno Ira pochi di la croce di Santo Stefano. Vi sono attesi con lebbre d’amore c d’aspettazione. Vedete che Venezia, cogli Ungheresi a Fiume, si tramuta grandemente nella sua condizione e morale e materiale. Le stesse enormi difficoltà che stringono gli assediatiti, devono anch’esse incorag-girvi. So da un ufficiale austriaco che a Brondolo hanno adopralo venli-qualtro cavalli a un cannone: sforzi impossibili. Gli Austriaci nel Lombardo-Veneto son pochi; e questi, dispersi. Gòrgey divise i suoi in due corpi, de’ quali uno è in via verso la Sliria. Questa è notizia di cui tutta la città è oggi piena. E di un’altra pure; che lo Selrvrarzenberg, comparso giorni sono, negli ufiìcii del suo ministero, tenne un serioso discorso a’ suoi impiegati, intorno alle pratiche occulte che alcuni di essi continuano da bel tempo coi Maggiari nemici: e annunziò che due consiglieri aulici (li nominò) erano stati allora allora arrestali. Tulio è iu