» POPOLO ROMANO! La bandiera clie Venezia donò a Roma fu da me unitamente a molti tuoi cittadini ed alcuni Veneti che qui si trovano consegnala ai tuoi Padri conscritti rappresentanti il decoro e i primi vitali interessi di questa tua città veneranda. I tuoi fratelli d’arme che l'ebbero partendo dalle lagune qual pegno di memorie, di gratitudine e di speranze, vi si strinsero intorno con fortissimo alletto, ed ora ne vogliono la difesa e l’onore a prezzo anche della vita, intendendo essi che il sacrifizio di sè medesimi per la fede in una santa idea, di cui ne è un simbolo codesta bandiera, sia ciò che vi ha di più grande nel mondo; giacché in siffatto sacrifizio non è più l’uomo colle sue contraddizioni e colle sue basse tendenze, ma è il martire che insegna alla terra cosa è la dignità umana, e qual forza si nasconde negli abissi misteriosi della coscienza! Alcuni maligni ti hanno detto che Venezia si vale di questo mezzo per ottenere una rivolta che ti rinnoverebbe. Oh insulto! oh perfidia! . . , Delle male erbe con lunghe lunghe radici che si avviticchiano e repono tarlando il bel corpo della nostra Penisola ce ne sono tante pur troppo da svellersi, e Venezia lo sà! Ma, Venezia capace ?... Stolto io che mi avvilisco a difenderla, e non mi accorgo che essa ascolta e tace proseguendo dignitosamente il suo officio di regina incontaminata del pensiero italiano !... Venezia commise degli errori ma perchè saggia ritraendo da quelli la sua condotta, e stringendo in amplesso la Religione e la Giustizia sue antichissime glorie, non vuole che questo: la fratellanza dei popoli governali da principi o capi che sieno padri e non despoti. La Croce di Cristo fu chiamata lo scandalo del mondo. Qual mena-viglia che lo sia anche questa dottrina? Ma la Croce trionfò del mondo, e la giustizia pure trionferà perchè figlia primogenita della Croce. Egli è per questo che Venezia ti dice: il popolo ha supremo bisogno della legge, ma non di altri, perchè nessuno è prima di lui, nè esso và debitore che a Dio dal quale emana la legge, e per la legge il potere che la rappresenta. Colui solamente, essa grida leggendo i libri del Signore, è chiamato al potere e deve reggere un popolo che sa farsi largo a traverso le iniquità (1). Per questi principii simboleggiati in codesta bandiera riparò essa Un tempo nelle sue lagune sotto poveri tetti di legno la libertà e la lede di Roma manomesse dai barbari; per questi principii fatta grande e degna d incontrar nozze col mare schiacciò le corna della luna musulmana, e tu per lei, o Roma, che accanto del tuo Vaticano non sursero le moschee; e per questi stessi principii ora vuole l’Italia ad ogni costo libera ed mia, parole che tu leggi trappunte nel suo vessillo; nel mentre che? Unendo l’opera ai principii, ti offre l’esempio di essersi spogliata non solamente delle sue ricchezze, ma già vicina a rimanere senza tunica per coprirsi e senza pane da sfamarsi!.... Oh! fratelli d’Italia, Cristo ha detto: se parlate e non date, la vostra carità non è che un timpano (;he suona !. . .. (i) Nel Libro della Sapienza.